![Copertina non disponibile](imgs/copertina_non_disponibile.png)
luciano gallino non era un euroscettico. considerava l`unione europea la piu` grande invenzione politica, civile ed economica degli ultimi due secoli. ma vedeva con sofferenza questa europa ridotta al servizio delle potenti lobbies della finanza e delle banche, portavoce delle maggiori e`lites europee a scapito dei diritti fondamentali della grande maggioranza dei cittadini e, cosa ancor piu` grave, culla di un`inarrestabile redistribuzione del reddito e della ricchezza dal basso verso l`alto, con la conseguente crescita delle disuguaglianze. era sua convinzione che le politiche economiche e sociali dettate dai mercati finanziari hanno portato gli stati a una cessione di sovranita` in materia di spesa per protezione sociale, scuola, universita`, quota salari sul pil, contratti di lavoro e molto altro ancora. l`euro si e` cosi` trasformato nello strumento della vittoria del neo-liberismo su ogni altra corrente di pensiero. a causa di un`errata interpretazione della recessione, il peso esorbitante del sistema finanziario non ha avuto un freno, le relazioni industriali sono arretrate, i sindacati sono stati ridimensionati, la mancanza di occupazione mostra il profilo di una catastrofe sociale. prima che gli effetti del dissennato `patto fiscale` facciano scendere una cappa soffocante di miseria sulle prossime generazioni, luciano gallino elenca i modi concreti per uscire dall`euro, rimanendo l`italia paese membro dell`unione europea.