cattivo tedesco. barbaro, sanguinario, imbevuto di ideologia razzista e pronto a eseguire gli ordini con brutalita`. al contrario, bravo italiano. pacifico, empatico, contrario alla guerra, cordiale e generoso anche quando vestiva i panni dell`occupante. sono i due stereotipi che hanno segnato la memoria pubblica nazionale e consentito il formarsi di una zona d`ombra: non fare i conti con gli aspetti aggressivi e criminali della guerra combattuta dall`italia monarchico-fascista a fianco del terzo reich. a distinguere fra italia e germania era stata innanzitutto la propaganda degli alleati: la responsabilita` della guerra non gravava sul popolo italiano ma su mussolini e sul regime, che avevano messo il destino del paese nelle mani del sanguinario camerata germanico. gli italiani non avevano colpe e il vero nemico della nazione era il tedesco. gli argomenti furono ripresi e rilanciati dopo l`8 settembre dal re e da badoglio e da tutte le forze dell`antifascismo, prima impegnati a mobilitare la nazione contro l`oppressore tedesco e il traditore fascista, poi a rivendicare per il paese sconfitto una pace non punitiva. la giusta esaltazione dei meriti guadagnati nella guerra di liberazione ha finito cosi` per oscurare le responsabilita` italiane ed e` prevalsa un`immagine autoassolutoria che ha addossato sui tedeschi il peso esclusivo dei crimini dell`asse, non senza l`interessato beneplacito e l`impegno attivo di uomini e istituzioni che avevano sostenuto la tragica avventura del fascismo.