"mio dio, questo e` un paradiso" pensa mae holland un assolato lunedi` di giugno quando fa il suo ingresso al cerchio. mai avrebbe pensato di lavorare in un posto simile: la piu` influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web, un asteroide lanciato nel futuro e pronto a imbarcare migliaia di giovani menti. mae adora tutto del cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, le feste organizzate, perfino l`acquario con rarissimi pesci tropicali. pur di far parte della comunita` di eletti del cerchio, mae non esita ad acconsentire alla richiesta di rinunciare alla propria privacy per un regime di trasparenza assoluta. "se non sei trasparente, cos`hai da nascondere?" e` uno dei motti aziendali. cioe`, condividere sul web qualsiasi esperienza personale, trasmettere in streaming la propria vita. nessun problema per mae, tanto la vita fuori dal cerchio non e` che un miraggio sfocato e privo di fascino. perlomeno fino a quando un ex collega non la fa riflettere: il progetto di usare i social network per creare un mondo piu` sano e piu` sicuro e` davvero privo di conseguenze o rende gli esseri umani piu` esposti e fragili, alla fine piu` manipolabili? se crolla la barriera tra pubblico e privato, non crolla forse anche la barriera che ci protegge dai totalitarismi?