un imperatore cinese chiede al suo primo pittore di cancellare una cascata dipinta, perche` lo scroscio dell`acqua non lo fa dormire. leon battista alberti consiglia a chi non riesce a prendere sonno la contemplazione di dipinti raffiguranti fontane, fiumi e cascate: "l`acqua dipinta che disturbava il cinese calmava il toscano". questi due casi eloquenti ci raccontano del potere misterioso delle immagini in tempi e luoghi diversi. dal loro confronto prende le mosse l`indagine di debray, impegnata a ricostruire una storia dell`immagine che sia insieme una "storia dello sguardo in occidente". servendosi degli strumenti della mediologia - in cui confluiscono storia dell`arte e delle tecniche, filosofia e scienza delle religioni, sociologia e storia delle idee -, in una prospettiva che unisce cio` che l`occidente ha sempre separato (spirituale e materiale, soggetto e oggetto, essere e apparire, artisticita` e tecnologia), debray ripercorre la presenza dell`idolo, la rappresentazione dell`opera d`arte, fino alla simulazione dell`immagine digitale. la genealogia del nostro inconscio ottico, radicato nell`arcaica logosfera e sviluppatosi nella moderna grafosfera, ci mostra al contempo il nostro destino: la morte della societa` dello spettacolo e l`avvento, grazie alla rivoluzione numerica, della terza era, la videosfera.