scritte nove anni prima di "le condamne` a` mort", libro d`esordio di genet, queste lettere conducono alla scoperta di un giovane ventitreenne che, nei caffe` di montparnasse e del quartiere latino di parigi, frequenta artisti e intellettuali e si lancia nell`agone letterario proponendo un articolo a una piccola rivista, "jeunes", fondata e diretta da una sua coetanea, ibis. donna libera e appassionata, andre`e plainemaison, alias pragane, alias ibis, si interessa di teosofia e di pittura, di danza e letteratura, ma soprattutto introduce genet nella cerchia dei suoi giovani amici letterati. la corrispondenza tra jean e ibis costituisce un`inestimabile testimonianza sul genet degli anni trenta - quando il futuro scrittore si arruola nella legione straniera, scopre damasco e l`atlante marocchino, diserta e vaga attraverso mezza europa -, cruciali per la sua formazione. ma queste lettere anticipano anche i temi principali dell`opera futura. genet, poco piu` che ventenne, possiede una spiccata consapevolezza del suo stile e preannuncia la sintassi ricca e complessa che gli sara` propria - "non arrivero` mai a scrivere in modo semplice" afferma gia` nel 1933 - mentre, parallelamente, esplicita le sue ambizioni con una buona dose di ironia: "in futuro - dice - scrivero` prose incandescenti fra i roseti e rigogliose terzine tra le sabbie ardenti".