
roma disumana. crudele. roma sproporzionata. roma intorpidita. languida. oziosa. superba. tronfia. deserta. spaccona. con un flusso di immagini tommaso pincio compie un ritratto personale di una citta` universale in quest`oggetto narrativo non identificato. tra le vie cieche della capitale soffocate da una torrida estate postapocalittica si trascina un uomo indolente e triste, mentre l`enorme polipo si avvinghia al corpo di una ragazza in una camera affogata in un oceano rosso sangue. freud, ossessionato dalla citta` e immobilizzato al limite mai valicato di annibale, soffoca sul lago trasimeno, schiacciato dal desiderio nevrotico di visitare roma che per onfray e` soltanto pulsione incestuosa. davanti a una porta muta e chiusa, un novellino, una rosetta appena sfornata dal centro d`addestramento, il giovanissimo agente ausiliario di piesse cresciuto sotto la dominazione cattolica della nonna e` stato messo di piantone e immobilizzato in eterno, mentre dietro la porta uno, nessuno e centomila commissari acaba riflettono sul concetto di molinello ingravalliano. il divano e le pareti della suite 541 dell`hotel excelsior di roma assorbono lo spirito infelice di kurt cobain, mentre il colosseo avveniristico di ranxerox e` puntellato da colate di cemento armato. forte di una lingua che oltrepassa la parola scritta, il marziano trapiantato a roma trascende i limiti del romanzo, offrendo una sorprendente esplorazione onirica della prosa dalla visionarieta` gaddiana.