
e il 1880 a parigi e pierre-auguste renoir, i pennelli nella mano destra e l`astuccio ereditato da claude monet nella sinistra, e` appena giunto sulla terrazza della maison fournaise, una locanda amata dagli artisti dove si puo` mangiare, dormire o affittare una barca. alphonsine fournaise, la figlia del padrone della locanda, l`ha condotto fin li` per mostrargli un tratto della senna dove le due rive offrono un paesaggio incomparabile allo sguardo di un pittore. la blusa a righe e il costume da bagno aderente sulle sue curve procaci, alphonsine allarga le braccia davanti alla meraviglia che si spalanca non appena scosta la tenda a righe grigie e rosso corallo. le canoe affiancate lungo la riva spiccano sul verde scuro dell`acqua. sulla riva orientale una locanda, con i muri bianchi e il tetto di tegole rosse, e` illuminata dal sole pomeridiano. piu` a valle, un cantiere si allunga sul fiume circondato di barche, e qua e la` si vedono case di contadini accoccolate accanto ai loro orti. in che modo renoir potrebbe ritrarre quel magnifico luogo in cui la citta` incontra la campagna? dipingendo alla maniera degli impressionisti una scena da ballo su una delle rive? oppure una gita in barca con poche, veloci pennellate? cosi` susan vreeland immagina, nelle pagine che seguono, la nascita di una delle opere fondamentali dell`impressionismo, il pranzo dei canottieri, un quadro in cui renoir celebra se stesso come il pittore per eccellenza della joie de vivre, del sentimento gioioso della vita.