
il "seminario viii" e` uno dei piu` centrali dell`opera lacaniana. freud aveva cominciato a definire il transfert come forma "artificiale" di amore che fungeva nel contempo da supporto all`atto interpretativo e da ostacolo che la cura dovra` appunto consentire di superare. lacan conduce una sottilissima reinterpretazione della prospettiva freudiana, tesa a smarcare il transfert dalla sua natura di artificio usato strategicamente dall`analista, e a identificarlo a tutti gli effetti con una forma di amore autentico, al contrario dell`amore ordinario nutrito di inganno, dato che e` rivolto a un oggetto che ne riflette in realta` un altro: alcibiade, secondo lacan, desidera agatone, nonostante creda di desiderare socrate. il filosofo greco funziona, in un certo senso, come un analista, ovvero come colui che ha il "potere" di rivelare la verita` intorno all`oggetto del desiderio. pero`, a differenza della struttura amorosa in cui l`amato e` l`oggetto che manca, l`analista indica con la sua presenza che cio` che manca e` una mancanza in atto.