i filosofi che vanno per la maggiore, in italia e fuori, sono da molto tempo quelli che sdottoreggiano sulla storia universale, sul destino della civilta`, sul senso della tecnica in generale, sul globale significato del sapere scientifico, quelli che sanno come e quando sono cominciati i nostri guai e dove inevitabilmente andremo a finire. paolo rossi, da quando ha cominciato a scrivere, ha polemizzato (a volte aspramente) con questo tipo di filosofia. questo suo libro sulle "speranze" e` scritto in uno stile chiaro e asciutto, non e` solo per i filosofi, ma per tutti coloro che non si accontentano di vivere e vogliono anche pensare. si parla di visioni "senza speranze", e quindi di letteratura apocalittica, delle previsioni catastrofiche fallite, della fine dell`occidente, del masochismo degli intellettuali, dell`impellente bisogno, che molti di loro manifestano, di "uscire dall`occidente"; ma si parla anche di "smisurate speranze", di immaginari paradisi collocati in un altrove geografico, di coloro che hanno aspettazioni eccessive e coltivano il mito dell` uomo nuovo, dell`utopismo come ideologia diffusa.