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la possibilita` di conservare traccia del linguaggio parlato permise alle societa` dotate di scrittura non solo di sviluppare e accumulare conoscenza sul mondo ma anche di stabilire il proprio potere su culture basate su tradizioni puramente orali. proseguendo una ricerca ormai piu` che trentennale, in questo libro jack goody sviluppa la propria concezione della scrittura come tecnologia dell`intelletto che introduce radicali differenze tra le societa` in pratiche legate al potere come la conservazione della memoria o le cerimonie religiose. la prospettiva storica e antropologica dell`autore contrasta con la concezione di jacques derrida del carattere "logocentrico" della tradizione filosofica, alla cui critica e` dedicato un capitolo.