la commedia sir charles grandison, "scoperta" e pubblicata per la prima volta in inghilterra nel 1980, viene offerta al pubblico italiano in un volume curioso e controverso. curioso, perche` per la prima volta il nostro lettore conoscera` una jane austen comica, dal piglio farsesco e polemico. controverso, perche` ad aprirlo e a chiuderlo vi sono due scritti . l`introduzione di beatrice battaglia e la postfazione di arnaldo colasanti - che propongono interpretazioni diverse, se non addirittura opposte, suscitate dalla lettura di questa prosa contratta e ironica, parodica e allusiva, carica di arguzia e di risonanze che evocano la letteratura dell`epoca e in particolare il monumentale romanzo the history ofsir charles grandison di samuel richardson. battaglia ci avverte: "il fatto di non aver tenuto conto del genio parodico e della profondita` del linguaggio ironico della grande scrittrice spiega fraintendimenti illustri come quello di henry james e piu` recentemente di edward said". per colasanti, invece, sir charles grandison non e` altro che "un misterioso affare di famiglia", un canovaccio dettato alla austen dalla sua nipotina di sette anni: insomma, un "abbozzo", che pero`, come gli abbozzi pittorici di turner, "produce anche un singolare linguaggio a macchia, in cui la trasparenza e la rapidita` del tocco restano insieme la grammatica di una lingua vibrante e luminosa, capace di una liberta` interiore stupefacente".