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quando apparve per la prima volta, nel 1931, questo saggio si impose subito come un`opera in grado di gettare nuova luce su alcuni passaggi decisivi dell`arte medioevale in occidente. e non manco` di sbalordire l`"occhio assoluto" che rivelava il suo giovane autore, nonche` la sua capacita` di individuare nel groviglio dei corpi, nell`esplosione del mostruoso, nell`oltranza antirealistica della plastica dei secoli xi e xii la segreta immanenza di un ristretto numero di schemi lineari fissi. dietro l`apparente disordine e le violente sproporzioni della scultura romanica, baltrusaitis intuisce cosi` per primo la dialettica fra necessita` architettoniche e una sorta di ossessione geometrica, di implacabile rigore formale.