l`osceno, il triviale sono parte del valore lessicale di ogni popolo, ed esiste nella storia un "grande libro dello scurrile poetico", mai veramente considerato. i suoi autori hanno nomi a volte ignoti, altre volte noti e celebrati: per esempio shakespeare e marlowe, che in scena e nella vita si esprimevano usando "parolacce". l`ebreo di malta di marlowe inveiva dando della "testa di fallo" ai suoi persecutori. il fool del re lear shakespeariano usava espressioni come "culo" e "chiappe", con varianti d`appoggio, a ogni occasione. nel testo originale amleto fa allusioni chiare al sesso femminile. al limite dello sconcio le espressioni recitate da molie`re nel medico per forza e nel don giovanni. per non parlare delle oscenita` esibite da ruzzante, dall`aretino e da giulio cesare croce il fabbro nel suo bertoldo, bertoldino e cacasenno. ma e` sorprendente scoprire come uno dei campioni del turpiloquio fosse leonardo da vinci, con una famosa tiritera sul fallo recitata in tutte le sue modulazioni. riallacciandosi a una tradizione tanto illustre, dario fo racconta, da un`angolazione originale, le storie grandiose dei miti greci e romani, dell`asino d`oro e delle mille e una notte, di dante alighieri e dei poeti di provenza, della tradizione napoletana e di quella giullaresca medievale, e molte altre. e mette a fuoco la sacralita` dell`osceno e della buffoneria, da cui la sessualita` esce giocosa e vitale, la donna rispettata e il male scongiurato. con 133 disegni dell`autore.