"inferni" e` la prima traduzione italiana di alcuni saggi di peter weiss, sicuramente uno dei piu` importanti scrittori tedeschi degli anni `60/`70. questi saggi nascono da un confronto, estremamente insolito e interessante, fra la divina commedia e l`universo nazista. scritti nel momento in cui si tenevano in germania i grandi processi contro i criminali del regime hitleriano, i saggi riuniti in "inferni" prendono l`opera di dante come spunto per un`interrogazione sul rapporto fra l`esperienza individuale, la congiuntura politica e lo statuto dell`arte. redatti in una prosa assolutamente scarna e nitida, sono come cristalli in cui si riflette la fortissima tensione fra l`impegno politico e il disagio da cui nasce la scrittura. la raccolta contiene anche un frammento drammatico, un dialogo immaginario tra dante e giotto.
pubblicato nel 1966, il libro e` frutto di una intensa collaborazione tra sigmund freud e william c. bullitt, diplomatico americano che a meta` degli anni venti entra in contatto col maestro viennese. che bullitt si sia rivolto inizialmente a freud per intraprendere un percorso terapeutico oppure no bullitt smentira` di aver mai fatto un`analisi con freud - la cosa non ha importanza. fatto sta che i due stringeranno amicizia in quel periodo e continueranno a incontrarsi nel corso degli anni, tanto da decidere a un certo punto di scrivere assieme questo libro. si frequenteranno fino alla morte di freud, dopo il trasferimento di quest`ultimo a londra, di cui bullitt sara` uno dei principali artefici. nella prefazione, lo stesso bullitt ci racconta a grandi linee la storia della loro relazione, senza per altro gloriarsi del suo personale contributo al salvataggio di freud dalla minaccia nazista.
"i popoli che non fanno la storia ma la subiscono soltanto tendono a considerarsi le vittime di un accadere superiore, insensato, inumano; tendono a starsene immobili aspettando miracoli che non arriveranno mai. se nel corso di questa guerra non ci sveglieremo da questa apatia, non ci sara` piu` posto per noi in un mondo futuro; forse i nostri nemici non riusciranno a sterminarci completamente, ma cio` che restera` di noi sara` poco piu` di un cadavere vivente. gli ideali politici dei popoli oppressi possono essere soltanto la liberta` e la giustizia; la loro forma organizzativa puo` essere soltanto democratica. che quegli ideali e quella forma appaiano oggi compromessi nel mondo della nostra cultura e che siano stati trascinati nel fango da una bohe`me priva di radici e` uno degli ostacoli piu` seri alla costruzione di una politica ebraica - e non solo ebraica. da quasi cinquant`anni una generazione dopo l`altra manifesta apertamente il proprio disprezzo per le idee `astratte` e la propria ammirazione per la bestialita` `concreta`". (hannah arendt). i saggi e gli interventi raccolti in questo volume, tutti inediti in italiano tranne uno, costituiscono la testimonianza della genesi del pensiero politico di hannah arendt durante l`esilio parigino e i primi anni del soggiorno in america. come reagire in quanto ebrea a un avversario che ha fatto dell`antisemitismo l`assioma del suo potere assassino? e questa la domanda che viene posta nelle forme e nei toni piu` diversi.