anno domini 1532: don francisco pizarro e i suoi mercenari (poco meno di 200, fra uomini e cavalli) penetrano nella tana dorata del nemico, ritrovandosi al cospetto dell`inca atahuallpa e di migliaia di soldati in armi. ma lo spagnolo ha un asso nella manica: come (finto) segno di pace, offre agli indigeni un brindisi tossico - moscato all`arsenico - secondo le subdole alchimie di uno dei domenicani che lo segue nella spedizione, in nome di cristo. quell`inganno valse un peru`, con tutto l`oro e l`argento che il vasto impero incaico conteneva, giacche` in quell`avvelenata mattina fu facile alle armi da fuoco sopraffare le fionde. gli indios furono sterminati. ma nella storia scritta dagli "eroici" predatori non ci fu posto per la pieta`, ne` per scomode ammissioni. i vinti, poi (a detta dei nuovi padroni), la scrittura non l`avevano nemmeno mai avuta, per poter conservare e tramandare le loro ragioni. gli autori, infatti, grazie ad un prezioso codice inedito del `600, disegnato e scritto in cifrato da alcuni gesuiti "pentiti", per smascherare conquistadores e missionari, abbattono le false certezze sinora conosciute e risolvono molte ambiguita` del misterioso impero del sole. ma soprattutto, attraverso il ritrovamento d`un antico e raro quipu peruviano letterario, frangia tessile annodata con simboli colorati, trovano una risposta definitiva al secolare enigma della scrittura incaica. e vi insegnano qui a scrivere coi nodi, alla maniera dei figli del sole. |