
scritta nell`xi secolo, l`epistola del perdono di al-ma`arri e` un testo satirico di prima grandezza, una narrazione vivissima e teatrale. l`aldila` che vi e` descritto e` popolato di letterati pedanti, ipocriti adulatori, furbetti e furbastri che si aggirano tra angeli inverosimili e vergini a dimensione variabile secondo il desiderio dei beati. la satira di al-ma`arri si rivolge sia agli uomini, in particolare agli eruditi ambiziosi e ai poeti maldestri, sia piu` in generale alle rappresentazioni popolari del paradiso islamico. poeta coltissimo, uno dei piu` grandi intellettuali della sua epoca, al-ma`arri lascia trasparire, sotto l`ironia, una domanda di senso accompagnata da un messaggio teologico dirompente: il perdono divino e` piu` grande di quanto si creda. per essere ammessi in paradiso puo` bastare una buona azione nella vita; per un poeta, un vero buon verso in mezzo a tanti fasulli. questa prima traduzione italiana fa scoprire un libero pensatore dei suoi tempi, una delle piu` grandi figure della cultura araba di ogni epoca.

in tutte le storie di muhammad, e nello stesso corano, si dice che il profeta una notte fu svegliato dall`angelo gabriele e accompagnato in un viaggio dalla mecca a gerusalemme e da li` nei sette cieli. quella che presentiamo in questo volume e` una versione medievale piu` tarda di altre, ma ha avuto e ha una straordinaria diffusione. tutt`oggi se ne contano numerose edizioni in tutti i paesi arabi ed e` una lettura molto popolare. sui rapporti fra il viaggio di muhammad nell`aldila` e la "commedia" di dante sono stati scritti molti libri. dante potrebbe avere avuto a che fare con il "libro della scala", tradotto in latino, ma e` difficile impostare un preciso discorso di fonti. e in ogni caso interessante, per la nostra cultura fondata su dante, vedere come lo stesso tema del viaggio oltremondano venga sviluppato nel mondo islamico. per vedere le analogie ma anche le differenze.