marco deambrogio ha una passione divorante, totale: andare lontano, vedere cosa si nasconde oltre la prossima curva... dice di non essere un viaggiatore estremo, ma guardando le sue imprese riesce difficile credergli: dalla nuova guinea all`amazzonia, spingendosi fino al polo nord con una spedizione russa. forse tutto nasce quando legge, ancora ragazzino, i romanzi di salgari, stevenson e london, o forse quando sperimento una prima fuga in motorino attraverso la pianura padano, sognando pero` di sfrecciare verso pechino. poi, nel 1996 ai voli di fantasia si sostituiscono i chilometri macinati con ogni mezzo: a piedi, con gli sci, in auto e, infine, in motocicletta. di cui scrive diari, seguendo l`esempio di celeberrimi predecessori. e un giorno, mentre attraversa l`outback australiano in jeep, e` colpito da una visione folgorante: sui bordo della pista sabbiosa, in mezzo a quel nulla riarsa dal sole, c`e` lo scheletro di una moto. monumento a un temerario che ha fallito, avendo pero` tentato l`impensabile. una follia, certo, ma perche` tarparsi da solo le ali perche` non progettare un viaggio ai confini dell`impossibile, tra guerriglieri e bufere di neve, poliziotti corrotti, geyser, capodogli e crateri misteriosi? in fondo, per fare il giro del mondo occorre assumere lo stesso atteggiamento che si ha in qualsiasi altro viaggio: affrontare una tappa per volta e assaporarle tutte. |