
in "l`uomo che amava le isole" un uomo sogna di possedere un`isola, di divenire il signore di un piccolo mondo separato che sia creazione e specchio della sua personalita`. ma ne` gli uomini, ne` la natura si lasciano facilmente trasformare in specchio di qualcuno. quello che doveva essere un idillio si trasforma in un braccio di ferro sempre piu` disperato, e l`avventura iniziata con l`acquisto di un`isola si conclude con il trionfo della natura, mentre il protagonista e` costretto a restringere sempre di piu` i confini del proprio mondo, fino a racchiudervi solo se` stesso. in "l`uomo che era morto" lawrence si misura con la vicenda paradigmatica della storia dell`occidente: la morte di cristo. e lo fa alla sua maniera, fedele all`idea che l`unica trascendenza possibile risieda nella quotidiana rinascita all`universo delle cose, e che il peccato piu` grande sia la rimozione del corpo come orizzonte profondo di significato spirituale. e infatti nel contatto con la natura e il sole della vita che l`uomo crocifisso inizia a riaversi dal sonno della morte e a osservare il mondo attorno a se` con sguardo nuovo e partecipe. egli diviene consapevole che la vera risurrezione e` l`essere rinato alla vita del corpo, abiura la vita passata e la sua astratta predicazione, che ora gli appare come l`espressione di una sconfinata e innaturale volonta` di potenza. il protagonista della sua storia non e` neppure per un attimo il figlio di dio, ma soltanto un uomo, protagonista di una storia esemplare.