l`alchimia interiore praticata dai taoisti cinesi mirava all`ottenimento dell`immortalita` partendo da specifiche pratiche psicofisiologiche. sebbene siano molto numerose le opere alchemiche destinate all`uomo e alla pratica maschile, la letteratura femminile e` quasi inesistente; eppure la donna e` presente nel taoismo sin dai primordi, anzi, negli scritti alchemici si afferma che ella, prima e meglio dell`uomo, poteva riuscire nella grande opera, grazie al suo immenso privilegio di poter essere madre. il taoismo (rispetto a buddhismo e confucianesimo) accordava una grande importanza alla donna e alla femminilita`, ma il fatto che l`ideale femminile venga esaltato non comporta necessariamente che lo status della donna sia elevato, anzi, spesso, a un`esaltazione dell`immagine femminile corrisponde un periodo di oppressione sociale della donna. questa ambiguita` e` sempre presente negli scritti sull`alchimia femminile. questi scritti non trattano unicamente di tecniche di alchimia interiore riservate alle donne (la decapitazione del drago rosso, la respirazione embrionale, ecc.), ma espongono anche concetti relativi all`etica femminile, alla vita della donna nella societa` o nella comunita` religiosa, in particolare le regole da osservare; vi si ritrova una certa continuita` dell`immagine e del ruolo della donna nel taoismo fin dai suoi inizi.
nato a chaiya il 21 maggio 1906 in una famiglia di mercanti, buddhadasa prese gli ordini monastici a vent`anni e si distinse presto per le capacita` intellettuali, l`interesse per la meditazione e l`abilita` di insegnante. dopo gli anni di studio a bangkok, preferi` allontanarsi dai centri di potere monastico e politico e, rifiutando lo spirito rigido e gerarchico della religione di stato thailandese, scelse di vivere e insegnare in un monastero nella foresta presso il villaggio natale. il centro di meditazione di suan mokh incarna la sua concezione della comunita` ideale: una comunita` basata sulle virtu` tradizionali buddhiste della benevolenza e del non attaccamento, in cui sia possibile vivere in armonia con gli altri e la natura, mossi da rispetto reciproco e mirando solo al bene comune. questo e` il primo libro a presentare un quadro complessivo della vastissima produzione di buddhadasa. i saggi, che coprono grosso modo un periodo di trent`anni, non seguono un ordine cronologico ma vogliono rendere lo sviluppo del pensiero dell`autore, dall`approfondimento, negli anni `50, dei concetti buddhisti fondamentali, al confronto con altre religioni, soprattutto il cristianesimo e il buddhismo zen, negli anni `60, e infine all`interesse per i temi politici e sociali negli anni `70, segnati in thailandia da profondi conflitti e colpi di stato.
che cosa e` veramente lo stress? qualcosa di cui non ci si libera facilmente. tuttavia, sostiene harding, puo` anche diventare facilissimo eliminare, stroncare, decapitare lo stress, purche` si sappia come fare. e per saperlo non si deve far altro che riconoscere la sua non-esistenza, come d`altronde la non-esistenza di tante altre cose, a partire dalla nostra stessa testa. infatti solo percorrendo la `via senza testa`, quella via che ci insegna a vedere il nostro vero volto originario, che ci fa conoscere noi stessi per cio` che veramente siamo, che ci insegna le vie d`uscita dalla prigione della nostra condizione umana, che ci mostra la non esistenza della nozione di morte, possiamo decapitare lo stress. il metodo insegnato da harding ci sara` d`aiuto per sempre. dobbiamo soltanto trovare il coraggio di guardarci, riconoscere l`evidenza di noi stessi, la nostra vera non-essenza, e tutti i preconcetti che ci hanno dato tanto disagio e stress scompariranno miracolosamente. il segreto e` semplicissimo: basta che ci rendiamo conto che noi in realta` non siamo altro che quel nulla che vince lo stress escludendolo da se stesso, o quel tutto che lo vince includendolo in se stesso. e un metodo di una facilita` estrema anche se, come avverte l`autore, le abitudini di tutta una vita non si possono cancellare dall`oggi al domani. ma vale la pena lavorarci su.
come l`albero della bodhi sotto il quale il buddha siddharta raggiunse l`illuminazione e` cavo, cosi` il buddhismo si accentra sulla dottrina della vacuita`, del vivere con una mente vuota, priva delle sensazioni di `io` e `mio`. la dottrina della vacuita` costituisce l`aspetto fondamentale del pensiero di buddhadasa, uno dei maestri piu` significativi e discussi del buddhismo thailandese contemporaneo. contrario da una parte all`ortodossia e al rigido dogmatismo scolastico, e dall`altra al buddhismo popolare inquinato dalle superstizioni, buddhadasa ha dedicato tutta la vita allo studio dei sutta pali per risalire agli insegnamenti veramente capaci di liberare tutti gli esseri dalla sofferenza. senza cadere nel rigido settarismo delle posizioni mahayana e hinayana, si e` sempre sforzato di rimanere fedele al buddhismo originario. i tre discorsi che compongono questo libro si accentrano sull`insegnamento e la pratica della sunnata, considerata la chiave per interpretare e mettere in pratica tutti gli altri concetti e metodi tradizionali. risalendo ai molti passi del canone pali in cui il buddha stesso espone la dottrina della vacuita`, e correggendo le credenze popolari sul kamma, la rinascita e l`accumulo dei meriti, buddhadasa delinea un dhamma essenziale, semplice e accessibile ai monaci e ai laici contemporanei.
come tutte le istituzioni umane, anche le vie e i modelli di sviluppo spirituale, di risveglio mistico, recano l`impronta indelebile dell`elemento maschile che le ha forgiate a propria immagine e a proprio uso. christina feldman, grazie alla profonda conoscenza della meditazione, acquisita sia con la pratica diretta sotto la guida di maestri orientali, sia come insegnante e maestra di meditazione molto attiva in america e in europa, si chiede se esista nella crescita spirituale una specificita` femminile, e soprattutto se e come il modello autoritario maschile di trasmissione degli insegnamenti possa influire su un autentico processo di sviluppo spirituale della donna. l`autrice individua una serie di nodi culturali centrali capaci di soffocare o bloccare lo sviluppo della spiritualita` femminile, e ne discute la natura e la portata con immediatezza e precisione, ricorrendo a esempi concreti derivati dalla sua esperienza personale o da quella di altre donne. al termine di ogni capitolo un paragrafo e` dedicato alla descrizione di un metodo di meditazione specifico relativo al tema trattato.
gurdjieff fu un uomo singolare e multiforme, che mostrava se stesso sotto modi diversi agli uni e agli altri, cosi` da apparire a volte spietato e altre volte compassionevole. proprio come `nascondeva` se stesso, gurdjieff `nascondeva` anche le fonti dei suoi insegnamenti e dei suoi metodi. bennett, che per molti anni lavoro` insieme a gurdjieff e che in seguito divenne uno dei principali continuatori della sua opera, riunisce in questo libro i frammenti sparsi per ricostruire il rompicapo della vita di gurdjieff e tentare di sciogliere i numerosi interrogativi che tuttora circondano la sua persona. il libro comincia con un`affascinante descrizione della vita di gurdjieff a kars e delle influenze cui deve essere stato esposto nella fanciullezza e nella gioventu`. bennett ricostruisce poi i primi viaggi di gurdjieff alla ricerca della verita`, discute la fonte delle sue idee e spiega le ragioni dei suoi enigmatici metodi e insegnamenti.
"ho scritto questo piccolo libro avendo presenti i bisogni di quelle persone, in oriente come in occidente, che vogliono trovare la giusta via e apprendere l`insegnamento (dharma) del buddha. il suo insegnamento e` davvero profondo come l`oceano e nell`esporlo egli ha usato molti abili mezzi, espressione della sua onniscienza. in tempi successivi, i grandi maestri dell`india hanno escogitato altri abili mezzi e in questo libro ho cercato di presentare sia gli sviluppi originali che quelli successivi, senza tener conto delle sottigliezze e delle disquisizioni filosofiche e concentrando invece l`attenzione sulle questioni di applicazione pratica". (dalla prefazione dell`autore).