tutto e` corpo, il corpo e` tutto. il corpo ci rende potenti e vitali, ci umilia e ci offende. il corpo e` una vittima. il corpo e` un oppressore. il corpo e` violato, straziato, ucciso. il corpo e` arma di protesta, strumento di piacere. il corpo nasce, soffre, gode, muore. il corpo e` vulnerabile; ma la vulnerabilita` del corpo e` una forza di liberazione. olivia laing ha capito di essere corpo innumerevoli volte nel corso della sua vita: ogni volta che e` scesa in piazza a manifestare, in ogni rapporto sessuale, ogni volta che ha temuto per la sua incolumita`. soprattutto, pero`, lo ha capito grazie alla scrittura: "everybody" e` un viaggio personale, letterario e politico attraverso i corpi, nell`incontro e confronto con chi prima di lei e accanto a lei ne ha subito i limiti e sperimentato le possibilita`, da susan sontag a nina simone, dall`arte femminista di ana mendieta alle perversioni del marchese de sade, fino alle proteste di black lives matter. quella di olivia laing e` una grande narrazione collettiva sul corpo come motore di unione e trasformazione: perche` e` solo nel corpo, e con il corpo, che esiste sulla terra il mutamento.
ci sono donne che non sanno cosa significa sentire il vento tra i capelli. e sono costrette a coprire il volto con un doppio velo: uno fatto di tessuto e imposto da una tradizione religiosa fondamentalista; l`altro, metaforico, che racconta l`ipocrisia - culturale e ideologica - con cui le loro battaglie vengono frenate. il vento che ti scompiglia entrando dal finestrino, la sorpresa nello scoprirsi diverse dopo un nuovo taglio, sono per loro sensazioni sconosciute. e partendo dalla riflessione sul tema del velo, tra scelta e imposizione, che giuliana sgrena affronta uno dei nodi cruciali del contemporaneo: il rapporto tra liberta` e religione. lo fa attraverso la voce delle donne che ha incontrato durante i suoi reportage in medio oriente: ragazze e donne meno giovani, guerrigliere e prigioniere politiche, che raccontano qui la storia delle loro lotte, delle loro detenzioni e, in alcuni casi, delle violenze che hanno subito a causa dei loro desideri e della loro voglia di indipendenza. sgrena ci conduce nell`afghanistan dei talebani, nell`iran di khamenei, nel maghreb delle rivoluzioni fallite, rivelando il volto piu` reazionario di una societa` che impedisce alle donne di esprimersi, con diktat che vanno dal vestiario al rapporto con gli altri, dal sesso fino all`amore. la sua critica si spinge pero` molto oltre, puntando il dito contro chi in occidente afferma di fatto, in nome del relativismo culturale, la legittimita` dell`oppressione femminile nelle scuole e per le strade; e questo, nonostante i tanti femminicidi perpetrati ai danni di donne musulmane di seconda generazione. "donne ingannate" e` un pamphlet lucido e sferzante, che ci rivela quanto ancora oggi sia complesso opporsi alle richieste dei padri, dello stato, della chiesa o dell`imam. quello di giuliana sgrena e` un accalorato invito ad aprire gli occhi, a rifiutare l`inganno e a squarciare il velo.
e il 13 gennaio 1898 quando emile zola, il piu` importante scrittore di francia, pubblica su l`aurore un articolo di fuoco in difesa di alfred dreyfus e contro i vertici dell`esercito francese, nel quale denuncia l`antisemitismo e gli insabbiamenti che hanno portato all`ingiusta condanna per tradimento dell`ufficiale. quell`invettiva - il cui titolo
un palco buio, un volto bianco, gli occhi come pozze nere. le movenze scattanti, la voce profonda e le parole perentorie di carmelo bene. cio` che la sua bocca carnosa, erotica, pronuncia e` il frutto di un procedimento che senz`altro appartiene a una forma rivoluzionaria di arte. poesia? si`, quella di dante, majakovskij, shakespeare. eppure la carica e` diversa, contemporanea; in ogni performance brucia il fiato del tempo presente, vibra un furore corporale, pancreatico. l`opera di carmelo bene ha attraversato un`intera epoca e ha segnato come poche altre le arti performative del nostro paese. jean-paul manganaro ne compone un ritratto al vivo: "oratorio carmelo bene" e` romanzo, autobiografia, saggio letterario e tutte queste cose insieme. e l`opera che meglio puo` inglobare l`arte di carmelo bene perche` e` anch`essa arte, scrittura dalle infinite possibilita`, lingua vivissima e materiale, eccesso e sfrontatezza. un libro che ricrea tra le sue pagine lo choc di uno spettacolo di carmelo bene, trascinandoci verso
che cosa sappiamo davvero dei grandi pensatori della storia? la cultura istituzionale, i ritratti fatti da artisti e biografi ufficiali, i professori a scuola e in universita` ce li hanno sempre presentati come pedanti uomini dalla lunga barba bianca, impegnati a sondare i meandri dell`essere tra tomi polverosi e attivita` noiose. ma se qualcuno ci dicesse che il mito della caverna di platone e` il prodotto di una visione dovuta a una bevanda allucinogena, che il superuomo era drogato dai farmaci di cui abusava il suo nietzsche e che alcuni dei testi piu` importanti di sartre sono stati scritti ingoiando dieci pasticche di anfetamina al giorno? in fondo, la via per raggiungere la verita` e` spesso fatta di deviazioni stravaganti. alessandro paolucci ci conduce in un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi piu` eminenti protagonisti: dagli esperimenti con l`hashish di walter benjamin a quelli con la cocaina di sigmund freud, dalla probabile tossicodipendenza dell`imperatore-filosofo marco aurelio all`lsd che ernst junger assumeva insieme all`amico albert hofmann. paolucci scrive una vera e propria contronarrazione psicotropa del pensiero occidentale, muovendosi tra le epoche e i continenti, tra le cerimonie dei misteri eleusini cui ebbe probabilmente accesso platone - durante le quali i partecipanti andavano in trance sorseggiando il misterioso ciceone - e l`hotel della posta di rapallo nelle cui stanze friedrich nietzsche
si dice che si nasce soli e soli si muore; ma immaginare un`uscita di scena collettiva per la specie umana e` una narrazione molto piu` interessante, che al glorioso inizio della nostra parabola oppone un vero gran finale e che ha dunque sollecitato la fantasia di alcuni tra i piu` grandi scrittori di ogni tempo. andrea esposito ha scavato fra le piu` selvagge e folli di queste fantasie e selezionato una partitura di pagine sulla fine del mondo: dall`orrore visionario di h.p. lovecraft alla fantascienza steampunk di jules verne, da un oscuro dramma di aleksandr puskin all`ultimo uomo sopravvissuto di mary shelley. prende forma una sinfonia percussiva che include la poesia di sara teasdale e di lord byron, la prosa di leopardi e di hawthorne, e che accoglie negli intermezzi rare gemme nascoste: miti norreni, vangeli apocrifi e le terribili visioni che anticiparono l`arrivo dei conquistadores spagnoli in messico. "i racconti dell`apocalisse" compongono l`antologia definitiva del nostro terrore piu` viscerale; ci aiutano a esorcizzarlo, nel contempo facendocene assaporare il fascino primitivo e risvegliando il cupio dissolvi nascosto dentro ognuno di noi.
stai viaggiando nel cosmo con la tua astronave. all`improvviso ti trovi di fronte a una totale assenza di luce: un buio su sfondo nero circondato da stelle, una misteriosa oscurita` in apparenza priva di massa che ti attrae, per sfuggire alla quale devi aumentare gradualmente la potenza dei retrorazzi. non devi oltrepassare il punto di non ritorno, quello dopo il quale, per salvarti, dovresti spingere i motori fino a superare i 300 000 chilometri al secondo della velocita` della luce. perche` niente e` piu` veloce della luce, e quindi inizieresti a precipitare all`infinito. questo e` solo uno dei motivi per cui, prima di avventurarci da soli nello spazio, sarebbe essenziale farci un`idea della natura delle piu` grandi bizzarrie cosmiche attraverso questo "manuale di sopravvivenza ai buchi neri". janna levin parte da cio` che possiamo osservare stando seduti sul nostro divano di casa per arrivare a illustrare le proprieta` dei buchi neri e il funzionamento del nostro universo. cosa succede quando siamo in caduta libera in uno spazio piatto come un buco nero? cosa ne e` della nostra percezione del tempo e del movimento? einstein ammise di non capire il modello standard della gravita` e, immaginando di cavalcare un raggio di luce, giunse a formulare la teoria della relativita` che ha permesso di pensare l`esistenza dei buchi neri prima ancora di poterli osservare empiricamente: conoscere l`universo e` viaggiare nella tana del bianconiglio, dove i vincoli della matematica diventano uno strumento per liberare la creativita`, fondendo fantasia e deduzione. perche` la comprensione della realta` passa per l`attraversamento del buio piu` scuro: solo cosi` si puo` vedere cosa c`e` dall`altra parte del nulla.
come si puo` colmare il vuoto della solitudine quando ti avvolge da ogni lato come il mare avvolge uno scoglio? se lo chiede il protagonista di questa storia, che si e` trasferito su un`isola remota sperando di trovare risposte sulla scomparsa, proprio su quelle sponde, del fratello f, forse suicida. la verita` pero` sembra lontana, nascosta dai silenzi degli abitanti del posto; oscura come le pagine del libro che il fratello ha lasciato incompiuto e di cui lui sta cercando di scrivere un finale; ineffabile come le paure che lo paralizzano e lo spingono a chiudersi sempre piu` in se stesso; irraggiungibile, come l`isola a forma di balena che osserva dalla riva. almeno fino a quando non incontra j, una ragazza in sella a una bicicletta rossa, che sembra nascondere la chiave per capire cosa sia successo a f e per sciogliere la patina di incomunicabilita` di cui e` prigioniero. in questo romanzo d`esordio andrea de spirt dona una nuova lingua alla solitudine: una scrittura sottile e trasparente come il ghiaccio che copre le onde, dentro la quale ognuno di noi puo` trovare il proprio riflesso.
osservare un`immagine in apparenza e` un gesto semplice, naturale come respirare, ma in verita` attiva meccanismi socioculturali complessi. pubblicato la prima volta nel 1972, in questo libro seminale john berger analizza la nostra incapacita` di vedere all`interno di una realta` in cui siamo esposti a milioni di messaggi visivi. tra le promesse della pubblicita` e le errate proiezioni valoriali del presente su opere artistiche del passato, la sua e` una riflessione sempre chiara e serrata su cosa sono davvero le immagini, nella loro intima natura e nel contesto che le circonda: berger esamina come l`atto di vedere determini il nostro posto nel mondo e come, benche` quel mondo possa essere spiegato a parole, le parole non possano annullare il fatto che il rapporto tra cio` che vediamo - per esempio il sole che tramonta imporporando l`orizzonte - e cio` che sappiamo - la terra scandisce il tempo ruotando su se stessa - non e` mai definito in modo univoco. spiegare il fenomeno e` sempre insufficiente rispetto a quello che vediamo. a distanza di mezzo secolo, "questione di sguardi" continua a interrogarci come alla sua prima apparizione e a farci mettere in discussione cio` che crediamo di sapere sull`arte e sulla cultura. un invito, che si rinnova a ogni nuova lettura, a usare lo sguardo in modo diverso, attivo e critico; a concentrarci non solo su cio` che ci sta davanti ma anche su chi siamo noi che spalanchiamo i nostri occhi sull`universo.
esiste un`energia innominabile che lega in ogni momento e in ogni luogo la terra e il cielo, le galassie irraggiungibili e il pianeta sul quale muoviamo i nostri passi, il primo uomo che ha sollevato il capo in alto verso l`infinito e te che leggi questo libro. e un`energia antica come l`universo, un insieme di rapporti da descrivere e riscrivere giorno dopo giorno, all`interno dei quali si inserisce la nostra individualita`.
notte d`estate, il buio illuminato dalle stelle sopra di noi. quante volte abbiamo alzato gli occhi al cielo in cerca di quei puntini luminosi nell`oscurita`, aspettando magari che uno di essi la attraversasse per farci esprimere un desiderio, o che un disco volante vi scivolasse in mezzo? quante volte abbiamo immaginato come possa essere la vista da lassu`, quali mondi abitati da chissa` quali creature possano esistere al confine di una galassia lontana lontana? e quante volte, magari ispirati dalla leggendaria passeggiata di armstrong sulla luna o solleticati da film e serie tv, abbiamo sperato di volteggiare anche noi un giorno nello spazio, un puntino tra i puntini? la giovanissima giulia carla bassani quel sogno ha scelto di prenderlo sul serio e di raccontare in che modo sia possibile cercare di realizzarlo. il suo e` un appassionante viaggio scientifico nell`universo attorno a noi, in cui la storia dell`esplorazione del cosmo - dalla corsa allo spazio tra usa e urss alle collaborazioni internazionali per arrivare su marte, dai primi tentativi di comunicazione con forme di vita extraterrestre alla scoperta degli esopianeti - si alterna ai consigli sui passi da compiere per diventare veri astronauti e alla descrizione di quello che ci si trovera` ad affrontare una volta giunti sul pianeta rosso. guidato da una scrittura chiara e vivace, "sognavo le stelle" si muove tra passato e presente, tra conquiste collettive e percorso personale, tra jurij gagarin e samantha cristoforetti, alla ricerca di storie che possano farci guardare con ancora maggiore intensita` allo spazio e ai suoi misteri. un`esortazione a coltivare ogni giorno la nostra curiosita`, fino a quando ci fara` sollevare da terra: sempre piu` in alto, sempre piu` su.
arthur rimbaud e` un mito nero e eterno: passato, presente e futuro del mondo a rovescio. a diciott`anni ha trascorso una stagione all`inferno, nel baratro del proprio essere, nell`abisso dell`esistenza, dove nessuno mai ha osato tanto. in lui sono la follia e il genio del maledetto, del punk, di tutto cio` che la norma rifiutava ieri, calpesta oggi e disprezza domani; in lui si e` riconosciuta una rivoluzionaria come patti smith, che qui introduce la stagione e ne porta alla luce la forza negli anni mai sopita, mostrando quanto l`arte sia sempre stata, e sempre sara`, qualcosa che scuote dalle profondita` della terra la pace posticcia della superficie. edgardo franzosini traduce ex novo il testo, scrivendo una versione conclusiva che ci invita a cercare rimbaud non in cielo con gli occhi puntati verso l`alto, ma giu`, nel fango, dove scavando con le unghie possiamo rinvenire la gemma ardente della sua poesia. introduzione di patti smith.
sulla casa dei sette abbaini pesa l`ombra di una maledizione. il vecchio colonnello pyncheon l`ha costruita sul terreno dei maule dopo aver fatto condannare ingiustamente il legittimo proprietario per stregoneria. i discendenti del colonnello cercano in ogni modo di liberarsi della sua eredita` maligna, che tuttavia sembra esigere da ogni generazione il suo lugubre tributo. emanuele trevi rilegge con occhi contemporanei il primo grande romanzo gotico americano, nel quale la vita serena della tipica cittadina di provincia viene funestata dalle nubi oscure che aleggiano sui sette abbaini di casa pyncheon. ne restituisce non solo il fascino passato, ma la potente suggestione che esercita sul nostro presente. la vecchia dimora e`
cimiteri infestati, bare inchiodate troppo in fretta, corpi palpitanti di terrore, simulacri in cui albergano divinita` intrappolate e spettri assassini di donne innamorate. loredana lipperini indice una seduta spiritica e chiama a raccolta le scrittrici della notte: donne che hanno sfidato il canone letterario, che si sono cimentate con il fantastico e con il perturbante e ancora terrorizzano chi mette gli occhi sulle loro pagine. la corona di racconti composta da loredana lipperini mostra tutte le sfumature nella palette del buio letterario. troviamo il gotico spettrale di carolina invernizio e marchesa colombi, la tensione al sublime e all`eroico di paola masino, il fantastico frammisto al folklore di grazia deledda e matilde serao, la fusione di ricordo e fantasticheria di anna maria ortese, la visionarieta` poetica di gilda musa e chiara palazzolo - due autrici che hanno scardinato i cancelli della letteratura di genere e che, come paola capriolo, hanno saputo aprire il fantastico a nuove, contemporanee vastita`. instancabile esploratrice di libri, loredana lipperini scava nella terra del nostro passato letterario e ne riemerge con nuove possibilita` per il lettore del presente e del futuro, componendo con "le scrittrici della notte" l`antologia definitiva dell`orrore al femminile; il canone inverso dell`inquietudine piu` dolce e terribile che la nostra letteratura abbia conosciuto.
scrivere un film, proprio come girarlo, e` frutto di un lavoro corale in cui l`ascolto delle voci e` fondamentale. dal soggetto al trattamento, dal trattamento alla sceneggiatura, bisogna ascoltare e prendere spunto da continui stimoli esterni: una semplice chiacchierata, una favola di fedro, la celebre battuta finale di "a qualcuno piace caldo". in questa filiera le immagini fanno quasi da cornice: compaiono all`inizio, nella mente degli autori, e alla fine, sulla pellicola, seguendo un tracciato di parole scritte in cui il cinema dialoga con il teatro, la poesia e la letteratura. e questa la via percorsa da age, uno dei piu` noti sceneggiatori del cinema italiano, il quale si immagina come un artigiano capace e invisibile che identifica e risolve i problemi della costruzione di una buona sceneggiatura e che fornisce, grazie a un`esperienza pluridecennale, preziosi suggerimenti e saldi punti d`appoggio per l`aspirante sceneggiatore: regole da manuale fissate a modello, anche e soprattutto per essere riscritte o rovesciate. ideare un buon incipit, rendere esplicito un antefatto, tenere viva la suspense, costruire un dialogo serrato e credibile: sono ostacoli nei quali, quando si scrive un film, e` impossibile non incappare, ma che vengono superati da age con la dimestichezza del veterano; problemi risolti con la medesima vivacita`, ironia e immediatezza dei suoi dialoghi. "scriviamo un film" ci porta dietro la macchina da presa, dall`origine concettuale del film fino al progetto che muove la regia, svelando un lavoro troppo spesso sconosciuto, nel quale e` essenziale immaginare, anticipare e rispettare il futuro spettatore per creare i grandi capolavori di domani.
pensateci. qual e` lo strumento che usate di piu` nella vita di tutti i giorni? no, non e` lo spazzolino, ne` l`automobile, e nemmeno la moka. e qualcosa allo stesso tempo di immateriale e di tangibile, che puo` essere contenuto in un caveau gigantesco o in una piccola tasca, sotto forma di numeri binari o di cilindretti dorati. qualcosa, soprattutto, che vi permette di accedere a cibo e medicine, concerti e gite fuori porta, libri e serie tv; salute e felicita`. si tratta del denaro, uno degli strumenti tecnologici piu` rivoluzionari della storia dell`uomo: ricordarlo sara` sempre piu` importante nei prossimi anni per lo sviluppo della societa`. perche` il denaro, nel suo accumulo, non ha alcun valore; ha valore solo nell`utilizzo. da questa considerazione parte alberto dalmasso, co-fondatore e ceo di satispay, per guidarci a una visione innovativa del denaro che e` anche una filosofia di vita e di relazione con il mondo. alternando le proprie riflessioni al racconto della nascita e della straordinaria affermazione di satispay, spunto dopo spunto dalmasso ci sfida a reimmaginare il nostro quotidiano, a dare vita a nuovi spazi di lavoro, nuove procedure per scambiare idee e informazioni, nuove forme di azienda completamente diverse da tutto cio` che e` esistito sinora. per creare modi di pensare e agire sempre piu` efficienti, rapidi e convenienti per tutti; in una parola, sempre piu` smart. "vivi smart" e` insieme un pamphlet critico, un manifesto e una storia di successo scritta per ispirare altre storie di successo. un invito a rivolgersi con sguardo nuovo agli inerti bacini di risorse - mentali, economiche, progettuali - che ci circondano e ad aprire finalmente le chiuse, perche` quelle potenzialita` si mettano in movimento trasformandosi in energia, intuizioni, ambizioni; in una rivoluzione che, come un fiume inarrestabile, ci trasporti in un mondo nuovo.