da jose` arcadio ad aureliano babilonia, dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene dello zingaro melquiades finalmente decifrate: cent`anni di solitudine della grande famiglia buendia, i cui componenti vengono al mondo, si accoppiano e muoiono per inseguire un destino ineluttabile. con questo romanzo tumultuoso che usa i toni della favola, sorretto da un linguaggio portentoso e da un`inarrestabile fantasia, gabriel garcia marquez ha saputo rifondare la realta` e, attraverso macondo, il mitico villaggio sperduto fra le paludi, creare un vero e proprio paradigma dell`esistenza umana. in questo universo di solitudini incrociate, impenetrabili ed eterne, galleggia una moltitudine di eroi predestinati alla sconfitta, cui fanno da contraltare la solidita` e la sensatezza dei personaggi femminili. con la sua forza, il suo bagaglio di visioni e di prodigi, con la sua capacita` di reinventare il mondo, "cent`anni di solitudine" e` il libro rivelazione che ha rivoluzionato il modo di narrare e ha aperto alla forma romanzo una nuova stagione di successi. un capolavoro insuperato e insuperabile, un racconto tra i piu` amati di ogni tempo, un
a quasi cinquant`anni dalla sua scomparsa don lorenzo milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. eraldo affinati ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante: firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine ebraica, frequento` il seminario e mori` fra le braccia dei suoi scolari; milano, luogo della formazione e della fallita vocazione pittorica; montespertoli, sullo sfondo della gigliola, la prestigiosa villa padronale; castiglioncello, sede delle mitiche vacanze estive; san donato di calenzano, che vide il giovane viceparroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; barbiana, "penitenziario ecclesiastico", in uno sperduto borgo dell`appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione. ma in questo libro, frutto di indagini e perlustrazioni appassionate, tese a legittimare la scrittura che ne consegue, non troveremo soltanto la storia dell`uomo con le testimonianze di chi lo frequento`. affinati ha cercato l`eredita` spirituale di don lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri di villaggio, che pongono argini allo sfacelo dell`istruzione africana, ai teppisti berlinesi, frantumi della storia europea.
"colui che sognammo era un ombripotente." "libro della notte", prosecuzione del viaggio nell`animo umano iniziato con quel "libro del giorno" che e` l`ulisse, finnegans wake e` una
enne 2, un partigiano che vive la resistenza a milano nel 1944, e` tormentato dall`amore impossibile per una donna sposata, berta. disperazione sociale ed esistenziale lo spingeranno a un`ultima, suicida impresa di guerra. composto durante la resistenza, nel momento, cioe`, dell`intensa partecipazione di vittorini alla lotta antifascista, "uomini e no" riflette l`insanabile rapporto tra umanita` e violenza, uomini e sedicenti tali: a sottolinearlo, alcuni brevi capitoli di riflessione nei quali l`autore affronta la stessa situazione da punti di vista diversi, imponendo all`attenzione del lettore le molteplici realta` in cui l`uomo e` condannato a vivere.
dopo ottantaquattro giorni durante i quali non e` riuscito a pescare nulla, il vecchio santiago trova la forza di riprendere il mare: questa nuova battuta di pesca rinnova il suo apprendistato di pescatore e sigilla la sua simbolica iniziazione. nella disperata caccia a un enorme pesce spada dei caraibi. nella lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione finalmente sconfitta. santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura. e, soprattutto, trova dentro di se` il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita. postfazione di fernanda pivano.