cosa puo` significare, oggi, ereditare aristotele? e possibile accogliere l`antico senza finire vittime della commemorazione, intrappolati nei tediosi codici del canone? o non e` forse tempo di disfarci di figure ingombranti del passato, proprio per emanciparci e far spazio al futuro? eppure il passato non ha esaurito il suo corso vitale, non e` stato compreso a fondo. potrebbe cosi` accadere che le figure dell`antico ci appaiano meno evidenti del previsto, che a ben vedere non si prestino a sommarie riduzioni. ereditare, di aristotele, insieme a dottrine e assiomi anche i dubbi, le aperture, il mutismo, comporta prendere atto che la persistenza dei problemi non indica fallimento o paralisi. e un segnale della gravita` delle domande fondamentali e della serieta` richiesta nell`affrontarle. comporta disimparare l`aristotele ricevuto, sottrarlo dall`edificio della trasmissione tradizionale, riconoscere impasse e difficolta`, affinare l`ascolto. e, cosi` facendo, tentare di cogliere nella parola antica l`alterita`, la lontananza, cio` che deve essere ancora udito e che, forse, resta a venire. nella coscienza che la cristallina elaborazione del pensiero razionale si fonda nella vita, non viceversa; e che la vita, a un tempo vulnerabile e immensa, resta indefinitamente eccedente rispetto al logos che pure la attraversa e le appartiene.
che cos`e` la differenza sessuale? ogni volta che questa domanda viene derubricata a "questioni di genere", come titola l`opera piu` celebre di judith butler, si cade in un equivoco. la domanda perde tutto il suo carattere esplosivo. proprio per questo butler ha scritto poco dopo un secondo libro, "bodies that matter", "corpi che contano" ma anche "corpi che fanno problema". per rimarcare che non si puo` parlare della differenza tra uomo e donna senza considerare la corporeita` (i corpi "contano"), la cui natura e` pero` tutt`altro che pacifica (i corpi "fanno problema"). l`ontologia, infatti, e` gia` da sempre politica: ogni mappa del mondo e` un modo di orientarsi in esso indirizzandovi la propria azione. percio` il problema della differenza sessuale e`, insieme, ontologico e politico: dimmi che cos`e` reale e ti diro` che fai. analogamente, dimmi che cos`e` la differenza sessuale e ti diro` come agisci, come ti collochi nel mondo, come ti poni rispetto al conflitto che la differenza incarna. le due domande sono una sola, la domanda filosofica per eccellenza, quella che chiede conto del reale e della tua stessa posizione in esso, non a caso al centro delle prime riflessioni di judith butler. perche` butler non e` solo una femminista, un`attivista lgbt+, un`intellettuale militante. e una filosofa. e fare filosofia significa toccare il punto in cui ontologia, epistemologia e politica si svelano gia` da sempre intrecciate in un nodo indissolubile. forse il sesso e` gia` da sempre genere: non c`e` un`essenza naturale o un nocciolo ontologico dell`essere uomo e dell`essere donna. la differenza sessuale e` una questione di segni e di cio` che quei segni permettono o non permettono di fare.
maria zambrano, allieva di jose` ortega y gasset e di xavier zubiri all`universidad central di madrid, fu esiliata dopo la guerra civile e viaggio`, peregrinando e nascondendosi, dal messico a cuba, da roma alla svizzera. con uno sguardo profondo e delicato, luigina mortari compone il ritratto di una vita in fuga e di un pensiero libero: "la filosofia di zambrano spazia sui paesaggi dell`anima, apre all`immensita` del cosmo, addolcisce il discorso con parole di poesia, e per queste sue qualita` puo` sembrare una filosofia dell`intimo. ma cosi` non e`: e` filosofia per la vita, non solo per la vita intima dell`anima ma per la vita con gli altri, per quella vita che e` convivere". il pensiero di zambrano e` magmatico e denso di mistero. la sua parola e` melodia. la scommessa e` la rinuncia alla sicurezza illusoria di ogni sistema, alla pretesa divina di spiegare l`essenza delle cose, per cercare un pensiero capace, semplicemente, di risuonare. ispirata dalla tradizione pitagorica ed eraclitea, zambrano propone un metodo che "non e` una cosa della mente ma della vita, tutta la vita e` un cammino di saggezza". e inaugura cosi` una nuova, rivoluzionaria postura per pensare l`esperienza.
il genio di freud e` largamente riconosciuto non solo nel campo della psicoanalisi. le sue teorie hanno rivoluzionato in modo definitivo il pensiero occidentale. ma quello che colpisce nella sua opera e` l`anticonformismo, che si traduce in un`audacia teorica mai provocatoria e sempre razionale. freud scopre l`edipo scrivendo sul sogno poco dopo la morte di suo padre. afferma che la sessualita` determina la vita umana. e colloca all`origine della vita sessuale un desiderio ingovernabile che chiama "pulsione". malgrado la cattiva reputazione di cui egli gode all`interno del movimento femminista e fra i sostenitori delle `gender theories, freud ha sempre considerato tutte le forme della sessualita`, a cominciare da quella del bambino, come possibili e assolutamente accettabili. questa sua rigorosa laicita` e` stata ed e` ancora oggi rivoluzionaria>. se freud ha ispirato molte delle grandi menti del ventesimo secolo, come claude le`vi-strauss, gilles deleuze e jacques lacan, silvia lippi procede in senso inverso, rileggendo i concetti della psicoanalisi alla luce delle loro teorie, al fine di mostrare, ancora una volta, l`audacia e la piena attualita` del progetto freudiano. edipo, pulsione, rimozione, angoscia, trauma, sintomo: ecco le nozioni che fondano la teoria dell`inconscio di freud, dove la determinazione sessuale si intreccia con il fenomeno del linguaggio. e appunto questa relazione enigmatica a esplodere in ogni esperienza umana e in ogni sintomo, e di conseguenza a costituire il cuore di ogni cura psicoanalitica.
da sempre il sogno della filosofia e` quello di provocare uno stato prossimo alla veggenza. per farlo, la filosofia deve affidarsi a concetti spiazzanti, che non temono il paradosso, in rotta con l`esperienza ordinaria. gilles deleuze (1925-1995) e` stato uno dei pensatori contemporanei piu` fedeli a questa inaugurale vocazione della filosofia, e il libro di rocco ronchi ci consente di gettare uno sguardo estremamente originale sul suo laboratorio teorico. ci suggerisce come il lavoro filosofico di deleuze si radichi in un`esperienza vivissima del suo tempo, si tratti del maggio 68, del cinema come arte specificamente novecentesca, delle scienze del vivente come antica questione filosofica esplosa all`estrema frontiera del sapere contemporaneo. ci mostra come la forza innovativa di questo pensiero nomade ed enigmatico coincida in realta` con la sua piena appartenenza a una linea che discende direttamente da platone, passa attraverso plotino e cusano, arriva a spinoza, nietzsche, bergson, whitehead. e ci introduce passo a passo ad alcune delle creazioni concettuali piu` avanzate e feconde del pensiero deleuziano: quelle di vita, evento, differenza, immanenza.
antonio gramsci e`, piu` di ogni altro, autore fecondamente "inattuale", dissonante rispetto allo spirito del nostro presente. a caratterizzare il rapporto che l`odierno tempo del fanatismo dell`economia intrattiene con gramsci e`, infatti, la volonta` di rimuoverne la passione rivoluzionaria, l`ideale della creazione di una "citta` futura" sottratta all`incubo del capitalismo e della sua mercificazione universale. risiede soprattutto "nell`attuale inattualita`" della sua figura la difficolta` di ogni prospettiva che aspiri oggi a ereditare gramsci e ad assimilare il suo messaggio: ossia ad assumere come orientamento del pensiero e dell`azione la sua indocilita` ragionata, fondata sulla filosofia della praxis dei "quaderni". essa trova la sua espressione piu` magnifica nella condotta di vita gramsciana, nel suo impegno e nella sua coerenza - pagata con la vita - nella "lotta per una nuova cultura, cioe` per un nuovo umanesimo". critica glaciale delle contraddizioni che innervano il presente e ricerca appassionata di un`ulteriorita` nobilitante costituiscono la cifra del messaggio dell`intellettuale sardo: l`ha condensato lui stesso nel noto binomio del "pessimismo dell`intelligenza" e dell`"ottimismo della volonta`". ereditare gramsci significa, di conseguenza, metabolizzare la sua coscienza infelice e non conciliata, la passione durevole della ricerca di una felicita` piu` grande di quella disponibile.
come si definisce l`eredita` nel campo del pensiero e della filosofia? qual e` il lascito ideale di uno dei piu` importanti filosofi italiani del secolo scorso come enzo paci? il rapporto tra maestro e allievo rivive nel ricordo dell`erede carlo sini, per il quale enzo paci (1911-1976) e` stato uno dei piu` significativi e originali filosofi italiani della seconda meta` del novecento. allievo di antonio banfi, ha insegnato nelle universita` di pavia e di milano. gia` nei primi anni quaranta si segnalo`, con luigi pareyson e nicola abbagnano, come protagonista dell`esistenzialismo italiano. segui` la fase del "relazionismo" con la fondazione della rivista "aut aut" nella quale la filosofia dialogava a tutto campo con l`arte, la letteratura, l`architettura, la scienza, l`economia. fu allora che paci ripropose la fenomenologia husserliana come filosofia guida del nostro tempo, coniugandola negli anni sessanta con il marxismo umanistico, in collaborazione con jean-paul sartre e maurice merleau-ponty. in questa fase, culminata con la pubblicazione del capolavoro di paci ("funzione delle scienze e significato dell`uomo", del 1963), si colloca la collaborazione di carlo sini, allievo e assistente di paci alla statale di milano e poi suo successore dal 1976. sini in questo libro ripercorre, sul filo della memoria, il suo rapporto con il maestro e con l`eredita` culturale e umana che ne e` derivata.