pochi studiosi hanno inciso sul pensiero e sulla cultura artistica del proprio tempo come johann joachim winckelmann; ma il suo lascito va ben oltre il settecento, se e` vero che da allora e anche oggi lo si riconosce come fondatore dell`archeologia classica e della storia dell`arte. proprio l`unanimita` di questo riconoscimento ha portato spesso a guardare alla sua opera come a una sorta di monumento, ingessandone il contenuto in rigide formule, oppure identificandola completamente con l`esperienza neoclassica. in realta` i "pensieri" del 1755 e i brevi scritti degli anni successivi, come poi le opere della maturita` - la "storia dell`arte nell`antichita`" e i "monumenti antichi inediti" - mostrano continuamente la ricchezza e la vivacita` del suo pensiero, l`acutezza delle osservazioni sull`arte degli antichi e su quella dei moderni, la capacita` di proporre ampie visioni storiche, ma anche di decifrare il minimo dettaglio. nel frattempo la modernita` viene posta di fronte al mondo classico e costretta a confrontarsi con quello, da una parte sul piano dell`arte, dall`altra secondo la prospettiva della vita culturale, dei comportamenti, delle strutture politiche. l`antologia di scritti, apparsa da einaudi gia` nel 1943, viene ora riproposta con testi recuperati nella loro integrita`, una nuova scelta di passi, una bibliografia aggiornata e un apparato di note di commento. |