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il romanzo utilizza una tecnica narrativa particolare: pagine di diario dei due protagonisti, giovanni e maria, rievocazioni, narrazione in terza persona. giovanni e maria conosciutisi a quimper, si confidano il loro passato e le loro precedenti esperienze sentimentali. si sposano e anche dopo il matrimonio continuano nelle reciproche confidenze. poi giovanni sfida a duello un francese che ha insultato l`italia, ma resta ferito. maria muore, uccisa dalla tisi.
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il romanzo utilizza una tecnica narrativa particolare: pagine di diario dei due protagonisti, giovanni e maria, rievocazioni, narrazione in terza persona. giovanni e maria conosciutisi a quimper, si confidano il loro passato e le loro precedenti esperienze sentimentali. si sposano e anche dopo il matrimonio continuano nelle reciproche confidenze. poi giovanni sfida a duello un francese che ha insultato l`italia, ma resta ferito. maria muore, uccisa dalla tisi.
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queste pagine, tratte dal "dizionario dei sinonimi" del 1867, riproducono le singole voci che descrivono le variegate forme del bello e del brutto. l`attenzione e` rivolta anzitutto alla bellezza dello stile e del parlare. la condanna del vuoto artificio si accompagna all`elogio della naturalezza e genuinita` popolari. ecco allora che lo stile puo` essere colto, puro, forbito, terso, leggiadro, ornato, venusto, elegante, bello (ma la gradazione puo`, secondo i casi e i gusti, variare). c`e` poi la bellezza del corpo, dell`atteggiarsi, del vestire: e qui tommaseo prende di mira uomini e donne di mondo, quanti badano ai fronzoli e non pensano alla sostanza ("la donna tenta abbellirsi con istranii ornamenti, i quali, non che imbellirla o rimbellirla, la deturpano piu` che mai"). la femminilita` elogiata da tommaseo e` semplice e modesta: ma trapela qua e la` una certa debolezza per una piu` ambigua fascinazione ("v`e` una certa bellezza che fa paura"). e se la bellezza sta "nella proporzione e nell`ordine delle parti, e nel colorito della persona"; leggiadria, "nel moto o nella mossa o in quell`atteggiamento che di poco precede o segue alla mossa".
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tra settecento e ottocento la traduzione assume un ruolo di rinnovata importanza nella letteratura italiana e diventa sempre piu` (sulla scorta della querelle classico-romantica) lo strumento principe di rinnovamento. il ritorno a virgilio in particolare contrassegna la prima stagione romantica: nelle sue opere si cercano le radici di una nuova idea di poesia (capitali le riflessioni di leopardi e di manzoni). in questo contesto l`esperienza del tommaseo assume un ruolo di grande rilievo, e non solo per i risultati poetici. su virgilio si fonda il primo grande commento dantesco (1837) che segna, con il minuto censimento delle fonti, la scoperta capitale dell `"autore" di dante; echi del poeta latino percorrono la prosa di "fede e bellezza" (1840); riscontri puntuali s`insinuano nelle note ai "canti popolari toscani, corsi, illirici, greci" (1841-42), documentando l`incontro ideale di tradizione popolare e di poesia d`arte. nel grande "dizionario della lingua italiana" (1861-74) il poeta latino assume poi (per autorita` e numero di citazioni) il ruolo di padre fondatore: modello di una lingua vocata alle vette liriche non meno che alle infinite sfumature dell`uso parlato. la scoperta poetica di un virgilio "italiano" parte dunque dalle "laudes italiae" delle "scintille" (1841) e si svolge coerentemente, per approfondite ragioni storiche e culturali, sino agli anni piu` tardi.