Come già per il precedente The Jazz Age, il neo crooner Bryan Ferry, con la sua orchestra, si immerge in atmosfere jazz molto retrò. Usando l'eserienza fatta curando la musica del serial televisivo Babylon Berlin, Ferry prende del materiale attuale ( ci sono anche brani dei Roxy Music ) e lo rilegge, accompagnato da una orchestra jazz e ragtime, con classe e molta misura. Otto brani su 13 sono cantati. Freschezza e senso del moderno, tipiche del jazz anni Venti, sono alla base di questa operazione che, prima di tutto, è decisamente piacevole.Edizione limitata in vinile, 180 grammi, stampa Eu.
Come già per il precedente The Jazz Age, il neo crooner Bryan Ferry, con la sua orchestra, si immerge in atmosfere jazz molto retrò. Usando l'eserienza fatta curando la musica del serial televisivo Babylon Berlin, Ferry prende del materiale attuale ( ci sono anche brani dei Roxy Music ) e lo rilegge, accompagnato da una orchestra jazz e ragtime, con classe e molta misura. Otto brani su 13 sono cantati. Freschezza e senso del moderno, tipiche del jazz anni Venti, sono alla base di questa operazione che, prima di tutto, è decisamente piacevole.
Un disco inatteso. Bryan Ferry, per celebrare i quaranta anni di carriera, si inventa un disco assolutamente sorprendente. Infatti riprende alcuni dei suoi brani più noti, pescando dal primo Roxy Music al recente Olympia, con classici come Avalon, Love is The Drug, Do The Strand, Slave to Love e li rilegge con una orchestra jazz. Una orchestra che richiama quella dei ruggenti anni venti, composta da jazzisti inglesi, veri musicisti jazz. L'orchestra è diretta da Colin Good. Un disco di classico jazz anteguerra ( Armstrong, il primo Basie, per fare un paio di esempi ) con canzoni che sono state create molti anni dopo. Originale.