iraq, 2003. l`occupazione e` appena cominciata, il paese e` allo sbando, in preda alla confusione e all`incertezza politica. rory stewart, trent`anni, di ritorno da un lungo viaggio in asia durato venti mesi, viene nominato dal ministero degli esteri inglese coordinatore provvisorio per il governatorato della provincia di maysan. linea del fronte nel conflitto iran-iraq, la provincia di maysan e` una zona paludosa, in pieno caos istituzionale e alla merce` di decine di tribu`, clan e sottoclan. la caduta di saddam hussein ha semplicemente portato allo scoperto le fazioni che prima si combattevano nell`ombra, tenute a freno solo dallo strapotere del dittatore iracheno. ora la situazione e` esplosiva. tutti pretendono un pezzo della torta e in pochi sono disposti a concertare una soluzione. queste pagine costituiscono il diario in prima persona del vicegovernatore stewart, che, in un resoconto scevro da qualsiasi intento propagandistico, sincero fino al paradosso, non si nasconde dietro i successi, ma ci parla delle contraddizioni dell`occupazione e dei suoi fallimenti. e ci offre un punto di vista unico e privilegiato, quello dei rapporti umani con le diverse realta` irachene germinate dalla fine del regime. perche` la vera partita si gioca proprio sul campo, tra le persone, tra i sospetti, tra le incomprensioni e sui punti d`incontro che solo una politica pacifica e condivisa puo` raggiungere. |