"der begriffdes politischen" (1927) e` il saggio piu` importante e famoso di carl schmitt. in esso il giurista tedesco muove da un quesito semplice e apparentemente banale: se bello e brutto sono le categorie dell`estetica, giusto e ingiusto (e buono e cattivo) lo sono della morale, utile e dannoso dell`economia, e cosi` via, quali sono le categorie della politica? quest`ultima - risponde schmitt - e` necessariamente incardinata sulla distinzione amico/nemico. l`esistenza dell`hostis latino - cioe` del "nemico pubblico", ben diverso dal nemico privato (inimicus) - rende possibile l`aggregazione politica, la quale, per sua natura, include alcuni ed esclude altri, che percio` costituiscono un`insidia almeno potenziale. frutto del clima e delle lacerazioni della repubblica di weimar, con il trascorrere del tempo "begriff des politischen" e` divenuto uno snodo fondamentale della riflessione sul potere, offrendosi ai lettori come l`ultimo classico della tradizione machiavelliana del "realismo politico". |