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"queste lettere, che sono ora un cinguettante duetto e ora il lungo, sommerso addio di due vecchi, stanchi coniugi, vorrei fossero lette e recepite come un`unica lettera a due voci sul matrimonio, anzi meglio sulla deontologia matrimoniale." (antonio debenedetti)
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ha scritto di se` il grande poeta triestino di origine ebraica:
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un`antologia per rileggere "l`uomo di pena" saba, il cui percorso poetico e` in equilibrio perfetto fra classicita` e contemporaneita`: la classica perfezione formale delle sue forme poetiche, dove e` sedimentato il suono della migliore tradizione lirica italiana, e la sofferta testimonianza della crisi dell`uomo novecentesco. "saba - sosteneva pier paolo pasolini - e` il piu` difficile dei poeti contemporanei. al piu` semplice esame linguistico non c`e` parola in saba, la piu` comune, il "cuore-amore" della rima famosa, che non risulti immediatamente violentata, o almeno, nei momenti in cui meno chiara fosse la violenza espressiva, malconcia e strappata al suo abituale significato, al suo abituale tono semantico".
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![Trieste_-Saba_Umberto](cops/big/9788857516509g.jpg?tit=Trieste_-Saba_Umberto&r=96)
per la prima volta sono qui pubblicate le tre differenti stesure (1912 - 1921 - 1945) della poesia piu` famosa di umberto saba: "trieste", da cui partire per leggere lo scrittore - profondamente parte della terra giuliana - alla luce della plurale complessita` della sua citta`, al contempo italiana, slovena e mitteleuropea. un universo emotivo, sociale, politico e culturale capace di nutrire i versi che raccontano piazze, vie, rive e mare, sferzate dalla bora e accarezzate dal sole, la` dove si infrange l`ultima onda del mediterraneo.