uscito nel 1955 e composto da dieci racconti di inarrivabile potenza, "un brav`uomo e` difficile da trovare" impose immediatamente flannery o`connor come scrittrice di grande originalita` ed esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il
una donna che fatica ad accettare l`integrazione razziale intraprende con il figlio un difficile viaggio in autobus; un toro in fuga da una fattoria si trasforma in dispensatore di morte o forse di grazia; un uomo anziano ha un rapporto contrastato con la nipotina, lacerata tra l`affetto per il nonno e la lealta` verso il padre violento; un uomo del sud coperto di tatuaggi e` impegnato a dimostrare il proprio amore per una donna che ha dedicato se stessa al dio dell`antico testamento: sono solo alcuni dei personaggi che affollano i racconti di punto omega. la maestria e la padronanza della forma breve di flannery o`connor raggiungono probabilmente il loro culmine nella sua seconda e ultima raccolta di racconti, pubblicata postuma nel 1965. giunta alla piena maturita` di scrittrice, devastata dalla malattia che la portera` nel giro di pochi anni a una morte precoce, o`connor conferma e se possibile rafforza il proprio talento di narratrice perennemente sospesa tra il grottesco e il realismo piu` brutale, tra lo stupore di fronte alla crudelta` del mondo e il richiamo della fede, tra l`incombere della morte e il paradosso della salvezza.
terminato il servizio di leva, hazel motes torna nella sua citta` natale, nel profondo sud degli stati uniti, dove incontra un predicatore di strada cieco, asa hawks, che lo convince a seguire il suo stesso cammino. hazel comincia cosi` a predicare una propria religione, quella della
francis marion tarwater e` stato costretto a crescere fin dall`eta` di quattro anni con il prozio mason, un fanatico religioso che vive come un eremita nei boschi, e` convinto di essere un profeta e ha sottratto il bambino al nipote ryber, un maestro elementare che vive seguendo i dettami della ragione e della scienza. quando mason muore, francis, ormai quattordicenne, torna a casa di ryber, ma con una missione da compiere. deve battezzare a ogni costo bishop, il figlio del maestro, che a detta del prozio e` nato
"quelle della o`connor non sono rappresentazioni realistiche della scena sociale in cui e` nata la vittima, ma rappresentazioni del divino come appare a chi abbia una visione antropocentrica del mondo: i suoi personaggi la vivono come una violenza, un`offesa, un intervento distruttivo che sconvolge l`equilibrio del mondo umano. a tal punto che la visione religiosa che si ricava dai racconti e` spesso opprimente. d`altra parte, morte, sofferenza, disordine, sono invece i mezzi attraverso i quali un personaggio passa da una comprensione meschina, superficiale, dell`esistenza al mistero nel quale l`uomo vive e muore." (dall`introduzione di marisa caramella)
per la prima volta in traduzione italiana, un`importante raccolta di testi rivelatori del pensiero e della poetica di flannery o`connor che mettono in luce la sua concretezza, il suo indagare l`universo visibile come riflesso di quello invisibile, la tendenza all`infinito e all`imprevedibilita`, la poetica del grottesco americano e la complessa e travagliata convivenza con la fede. antonio spadaro ci guida attraverso saggi, lettere, recensioni, pensieri, alla scoperta del mondo della grande scrittrice, dominato dal dramma, l`elemento che per la o`connor fa "funzionare" le storie, e che e` soprattutto il dramma dell`accettazione o del rifiuto della grazia: perche` "c`e` sempre un momento, in una buona narrazione, nel quale si puo` avvertire la presenza della grazia come in attesa di essere accettata o rifiutata".
oggetto di culto per intere generazioni di scrittori (da elizabeth bishop a raymond carver, fino alle nuove leve della letteratura americana), tornano in una nuova edizione i saggi sul mestiere di scrivere di flannery o`connor, una delle piu` celebrate autrici americane del novecento, la voce piu` rappresentativa della narrativa sanguigna ed espressionista del sud degli stati uniti, insieme a william faulkner. "a parer mio quasi tutti sanno cos`e` una storia, fino a che non si siedono a scriverne una", dice la o`connor in uno di questi saggi. e infatti nel territorio del diavolo si rivolge tanto a scrittori che non hanno mai provato a raccontare una storia quanto a quelli che lo fanno abitualmente, per cercare di scoprire qual e` la natura e qual e` lo scopo di questo mestiere. l`autrice mette apertamente in campo la sua profonda religiosita` cattolica senza mai sconfinare nel fanatismo o nella bigotteria - e anzi rifiutando ogni degenerazione moralista - e ci offre esempi cristallini di teoria letteraria in cui i concetti di grazia e di mistero acquistano forza e fascino per qualunque lettore.
"quelle della o`connor non sono rappresentazioni realistiche della scena sociale in cui e` nata la vittima, ma rappresentazioni del divino come appare a chi abbia una visione antropocentrica del mondo: i suoi personaggi la vivono come una violenza, un`offesa, un intervento distruttivo che sconvolge l`equilibrio del mondo umano. a tal punto che la visione religiosa che si ricava dai racconti e` spesso opprimente. d`altra parte, morte, sofferenza, disordine, sono invece i mezzi attraverso i quali un personaggio passa da una comprensione meschina, superficiale, dell`esistenza al mistero nel quale l`uomo vive e muore." (dall`introduzione di marisa caramella)