durante il biennio fratricida del novecento italiano, tra il 1943 e il 1944, gino bartali percorre decine di volte il tragitto firenze-assisi in sella a una bicicletta che nasconde nel telaio fotografie e documenti di identita` contraffatti. per gli ebrei rintanati nei conventi dell`umbria e della toscana, quel carico rappresenta l`unica possibilita` di salvezza dalla persecuzione nazifascista. ed e` proprio a loro che e` destinato, grazie all`attivismo di una rete di soccorso clandestina orchestrata dal cardinale elia dalla costa, amico e guida spirituale di bartali, allo scopo di favorire l`espatrio degli antifascisti. negli stessi mesi gino - al pari dei suoi colleghi costretto all`inattivita` dalla guerra, dopo aver vinto il tour de france a soli ventiquattro anni - offre protezione a una famiglia ebrea, i goldenberg, nascondendola in una cantina. "ci ha salvato la vita, non ne ho il minimo dubbio" ha poi raccontato agli autori giorgio goldenberg, all`epoca bambino. "la strada del coraggio" farebbe arrabbiare ginettaccio, perche` squarcia lo schivo silenzio con cui bartali - inorridito da ogni forma di encomio e adulazione - ha sempre voluto proteggere questa inattesa e misconosciuta parentesi della sua vita. ma il rigore mai venato di retorica dei fratelli mcconnon e` il riconoscimento piu` sincero che si possa attribuire a un uomo che "ci ha ridato il nostro onore quando eravamo poveri e sfiniti".