
torna rosa matteucci, "impietosa, feroce cantatrice del "nonostante"", come la defini una volta carlo fruttero, accostandola ai mani di celine, beckett e thomas bernhard. questo nuovo romanzo, in bilico, come gli altri, sull?illusorio crinale fra comico e tragico, inizia con l?affannosa, tormentosa aspirazione di lei bambina a ricevere, come tutte le sue antenate e le sue simili, la prima comunione, per proseguire con la morte di un padre molto amato - sebbene molto scapestrato - e la sua sciamannata sepoltura. nella scrittura, straziata e al tempo stesso grottesca, di rosa matteucci diventa comico perfino il viaggio, non solo interiore, che tale morte suscitera, alla ricerca di quell?antico trascendente che il nostro tempo sembra aver smarrito: dall?india dei santoni ai pirenei di bernadette, dai gruppi di preghiera della soka gakkai a un?ardimentosa visita a un frate esorcista che, asserragliato in un eremo, vende messalini con audiorosario incorporato. un vagabondaggio che culmina con la scoperta del rito tridentino, dove imparera il protocollo delle genuflessioni, sempre rincorrendo una salvazione che pare rimessa in forse a ogni frase, a ogni respiro. sino alla definitiva consapevolezza che e necessario accettare, e forse anche amare, la propria croce.

da una parte una madre asserragliata dalla solitudine, chiusa fra quattro mura che emanano freddo e infelicita`, in una casa di campagna dove nulla pare funzioni. dall`altra una figlia dalla vita scombinata, che sente ogni settimana il dovere, angoscioso e astioso, di visitare la vecchia madre. e che ora vuole risolvere i suoi crucci trovandole una badante. ma la madre resiste. il conflitto, al tempo stesso lacerante e orribilmente comico, culmina in una festa per anziani, sgangherata e grottesca, finche` tutto si raggela in un`istantanea di vero dramma.