in una lettera dell`8 novembre 1917, montale scriveva alla sorella marianna: "io sono amico dell`invisibile e non faccio conto che di cio` che si fa sentire e non si mostra, e non credo e non posso credere a tutto quello che si tocca e che si vede". questa fedelta` all`invisibile, come risvolto della sfiducia nel reale, alimenta in montale un pessimismo radicale impregnato pero` di amore per la vita e uno scetticismo disincantato che presuppone e motiva la sua sofferta ricerca metafisica e quella assillante interrogazione dell`altro propria di uno spirito profondamente religioso. attorno a questo aspetto dell`arte montaliana ruota l`indagine di angelo marchese che ricostruisce, in una lettura di tutte le opere, la personalita` del poeta del novecento. |