pubblicato nel 1958, questo studio si occupa dei sempre piu` numerosi, all`epoca, avvistamenti di "dischi volanti". da una rassegna dei dati obiettivi disponibili sul fenomeno e dall`analisi delle sue tracce nei sogni e nelle opere degli artisti, jung conclude che si tratta di immagini unificatrici prodotte dall`inconscio con una funzione di rassicurazione, di fronte a uno stato di smarrimento collettivo negli anni del dopoguerra. ma non esclude l`ipotesi - suffragata dalla teoria della sincronicita` - della percezione di realta` fisiche concrete non ancora dimostrabili con strumenti scientifici. |