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questa e` la storia di tre vite che si intrecciano indissolubilmente. una storia di clandestinita`, di estenuanti bracci di ferro e di colpi di mano. di tre uomini che, combattendo contro i nazifascisti, il 25 aprile 1945 provano a rifare un paese da capo. raffaele cadorna, ferruccio parri e luigi longo sono nati a pochi chilometri e a pochi anni l`uno dall`altro, con retroterra differenti, biografi`e politiche e culturali diversissime, eppure con un destino comune. pochi ricordano i loro nomi di battaglia: il generale valenti, comandante del corpo volontari della liberta`, e i suoi due vice, maurizio e italo, alias comandante gallo. un militare, un azionista e un comunista che il 26 agosto del 1944 si incontrano per la prima volta, in clandestinita`, e si stringono la mano. senza sapere cosa succedera` nei mesi successivi, senza sapere dove saranno e se ci saranno, alla fine di tutto, otto mesi dopo. e chiedendosi chi di loro sara` ai posti di comando, al momento dell`insurrezione. sono ore che segnano una delle rotture piu` profonde della storia italiana, quelle in cui i vertici della lotta di liberazione si incontrano con i gerarchi di salo` in arcivescovado, a milano. tutto intorno alla trattativa divampa l`insurrezione, mentre alla radio si sente una voce calma e determinata che intima ai fascisti:
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a scuola abbiamo studiato la storia e ci siamo fatti l`idea di una disciplina fondata sulla memoria, la memoria di date, di nomi e di battaglie. poi a casa ciascuno di noi si e` sentito raccontare la storia della propria famiglia, dei nonni e dei bisnonni e di come questa storia minuscola si e` intrecciata ed e` stata attraversata da quella maiuscola: la storia di coloro che restano solo nel ricordo dei propri cari e la storia di coloro a cui sono dedicati libri e monumenti. eppure queste due prospettive non dovrebbero essere in contrapposizione: la storia dovrebbe aprire squarci inediti sul nostro passato, riproporre a chi e` vivo oggi storie di chi ha vissuto ieri. ma ricostruire vite che non sono la propria e` un percorso a ostacoli dove centrale e` la ricerca meticolosa che scava, indaga, spolvera, interroga. in questo libro appassionato, carlo greppi ci guida attraverso le miriadi di scelte che vengono compiute nell`imbastire una narrazione storica: il punto di vista, il tono, il montaggio, il corpo a corpo con le fonti e con la storiografia, fino alla `messa in scena` dei risultati della propria indagine. osservando il mestiere di storico e il racconto pubblico del passato nella loro concretezza si puo` dunque umanizzare la storia, studiando in orizzontale - non dall`alto, come fossero formiche sulla scena della `grande storia` - gli esseri umani che osserviamo e che narriamo. insomma, un`altra storia e` possibile e gia` esiste.
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il periodo piu` buio della storia d`italia. e una domanda: cosa sarebbe stato ciascuno di noi sotto la repubblica di salo`? ben pochi fra quanti vennero investiti dalla guerra civile che segui` l`8 settembre 1943 furono senza dubbio carnefici o vittime senza scampo. la verita` e` che tutti cercarono, ogni giorno, di prendere decisioni e di sopravvivere in un contesto sempre piu` difficile da leggere e da navigare. carlo greppi ripercorre le traiettorie di alcune persone "normali" - non nazisti, non ebrei, non partigiani - scavando nelle ragioni che le hanno portate a seguire una strada o un`altra. interrogando la documentazione d`archivio e intrecciandola alla storia orale e agli scritti memorialistici, questo libro rievoca vicende di arresti, delazioni, confessioni, condanne, uccisioni, portando alla luce le storie di "uomini in grigio", le cui scelte e vicende potrebbero essere quelle di ognuno di noi. una ricerca originale che coniuga il rigore del saggio storiografico con un`appassionata forza narrativa, uno strumento prezioso per evitare facili schematismi. perche`, come ha scritto valentina pisanty, "e` nei confronti di questi personaggi ambivalenti che, per la maggior parte di noi, dovrebbe scattare una scomoda identificazione, ed e` con le loro - e con le nostre - contraddizioni (il `legno storto dell`umanita``) che bisognerebbe fare i conti se davvero si ambisse a ricavare qualche insegnamento realistico dalla storia".
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sui monti di sarzana, proprio lungo la linea gotica, dove nel 1944 i combattimenti infuriavano con maggiore ferocia, il capitano della marina tedesca rudolf jacobs, ottimo soldato, abbandono` le proprie fila. non lo fece per fuggire da una guerra ormai persa, ma per unirsi ai partigiani garibaldini, fino a morire eroicamente durante l`assalto a una caserma delle brigate nere fasciste. apparentemente la sua sembra la storia di un`eccezione, commovente e coraggiosa, ma pur sempre un`eccezione rispetto alla nostra idea dei tedeschi zelanti combattenti della germania nazista, fedeli fino al suo crollo. eppure questa eccezione non fu cosi` solitaria e isolata: parliamo di centinaia di uomini, almeno mille secondo le stime degli storici. o erano di piu`? tedeschi e austriaci, `banditi`, `disertori`, `senza patria`, che hanno saputo dire di no agli ordini ingiusti, che hanno rigettato la legge dell`onore e del sangue per scegliere quella della liberta` e della coscienza. partendo da tracce labili, quasi svanite, un nome su una lapide, poche righe nei documenti ufficiali, qualche ricordo dei partigiani sopravvissuti, questo libro e` un`indagine appassionata e coinvolgente che ci trascina alla riscoperta di una pagina di storia che nessuno in italia ha mai raccontato in questo modo.
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in "se questo e` un uomo" primo levi ha scritto:
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sui monti di sarzana, proprio lungo la linea gotica, dove nel 1944 i combattimenti infuriavano con maggiore ferocia, il capitano della marina tedesca rudolf jacobs, ottimo soldato, abbandono` le proprie fila. non lo fece per fuggire da una guerra ormai persa, ma per unirsi ai partigiani garibaldini, fino a morire eroicamente durante l`assalto a una caserma delle brigate nere fasciste. apparentemente la sua sembra la storia di un`eccezione, commovente e coraggiosa, ma pur sempre un`eccezione rispetto alla nostra idea dei tedeschi zelanti combattenti della germania nazista, fedeli fino al suo crollo. eppure questa eccezione non fu cosi` solitaria e isolata: parliamo di centinaia di uomini, almeno mille secondo le stime degli storici. o erano di piu`? tedeschi e austriaci, `banditi`, `disertori`, `senza patria`, che hanno saputo dire di no agli ordini ingiusti, che hanno rigettato la legge dell`onore e del sangue per scegliere quella della liberta` e della coscienza. partendo da tracce labili, quasi svanite - un nome su una lapide, poche righe nei documenti ufficiali, qualche ricordo dei partigiani sopravvissuti -, questo libro e` un`indagine appassionata e coinvolgente che ci trascina alla riscoperta di una pagina di storia che nessuno in italia ha mai raccontato in questo modo.
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immaginate un paese in cui si ripete costantemente
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questa e` la storia di tre vite che si intrecciano indissolubilmente. una storia di clandestinita`, di estenuanti bracci di ferro e di colpi di mano. di tre uomini che, combattendo contro i nazifascisti, il 25 aprile 1945 provano a rifare un paese da capo. raffaele cadorna, ferruccio parri e luigi longo sono nati a pochi chilometri e a pochi anni l`uno dall`altro, con retroterra differenti, biografi`e politiche e culturali diversissime, eppure con un destino comune. pochi ricordano i loro nomi di battaglia: il generale valenti, comandante del corpo volontari della liberta`, e i suoi due vice, maurizio e italo, alias comandante gallo. un militare, un azionista e un comunista che il 26 agosto del 1944 si incontrano per la prima volta, in clandestinita`, e si stringono la mano. senza sapere cosa succedera` nei mesi successivi, senza sapere dove saranno e se ci saranno, alla fine di tutto, otto mesi dopo. e chiedendosi chi di loro sara` ai posti di comando, al momento dell`insurrezione. sono ore che segnano una delle rotture piu` profonde della storia italiana, quelle in cui i vertici della lotta di liberazione si incontrano con i gerarchi di salo` in arcivescovado, a milano. tutto intorno alla trattativa divampa l`insurrezione, mentre alla radio si sente una voce calma e determinata che intima ai fascisti:
![Ultimo_Treno_Racconti_Del_Viaggio_Verso_Il_Lager_-Greppi_Carlo](cops/big/9788860367341g.jpg?tit=Ultimo_Treno_Racconti_Del_Viaggio_Verso_Il_Lager_-Greppi_Carlo&r=24)
tra il 1943 e il 1945 piu` di trentamila persone affollano le stazioni dell`italia centro-settentrionale e partono verso l`ignoto, stipate su treni merci e carri bestiame. l`appassionante studio di carlo greppi ricostruisce proprio questa fase essenziale nell`esperienza dei deportati e nella memoria dei salvati, il viaggio verso il lager, e lo fa ripercorrendo le vicende di decine di comunita` viaggianti, attraverso le voci di centoventi sopravvissuti. lo scorrere angosciato del tempo nei vagoni piombati, dove i nazisti sono solo figure sfocate, riempie le narrazioni dei testimoni e accompagna il racconto dei comportamenti dei fascisti, della forza pubblica, dei ferrovieri e della popolazione civile. durante il tragitto e lungo le rotaie, infatti, questi naufraghi spaesati incontrano uomini e donne capaci di gesti di grande coraggio, ma anche di codardia e di indifferenza. viaggiando verso i reticolati d`oltralpe, i deportati fanno amicizia e tentano la fuga, litigano e cantano, ridono e piangono, mentre cercano di catturare le ultime immagini di un mondo che si allontana lentamente e per sempre dietro le loro spalle. gli scritti dei deportati si rincorrono in un inedito mosaico memoriale, schiudendo ai nostri occhi una geografia della sofferenza, che ci commuove e ci indigna. e che ha molto da dire al nostro presente.