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un gogol privo della sua consueta ironia che deforma la realta`, crea qui un affresco epico della forza e volonta` del popolo cosacco che combatte indomito contro ebrei e polacchi. da tutta la narrazione emerge la primitiva, selvaggia natura di questo popolo, la sua natura incoercibile, la sua vitalita` sfrenata. sullo sfondo di una natura ora terribile ora bellissima, le scene si susseguono con elementare e immediata potenza; difficilmente il lettore, preso dagli eventi incalzanti, dimentichera` la forza con cui sono descritte. introduzione di eridano bazzarelli. testo russo a fronte.
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i cosacchi nel sec. xv hanno dato vita alle orde guerriere degli zaporoghi. capo di una di queste e taras bul`ba che, per vendicarsi dell`oppressore polacco, guida l`assedio alla citta` di dubno con i due figli ostap e andrea. taras uccide il figlio andrea, passato per amore al campo avversario. ostap e` invece catturato dai nemici, portato a varsavia e orribilmente torturato, mentre il padre, non visto, assiste. per vendicarsi taras solleva tutti i cosacchi e giunge fino a cracovia, compiendo terribili stragi. qui viene fermato dal generale potocki e condannato al rogo.
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![Cappotto-Gogol_Nicolaj](cops/big/9788807820410g.jpg?tit=Cappotto-Gogol_Nicolaj&r=81)
akakij akakievic basmackin e` un mite impiegato, deriso dai colleghi, copiatore di lettere ad un ministero, cosi` povero da dover risparmiare un intero anno per potersi far fare un nuovo cappotto dal sarto. la felicita` di sfoggiarlo dura un solo giorno: la sera stessa viene assalito e derubato del suo bene prezioso. la polizia lo tratta malamente e non riesce neppure una colletta tra i colleghi. dopo pochi giorni akakij akakievuc muore di disperazione e di freddo.
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