"probabilmente giorgio napolitano non avrebbe gradito affatto, nemmeno nell`aprile del 1944, essere definito `un intellettuale di avanguardia`, come ha detto togliatti e come vuole un lessico marxista-leninista che gli e` sempre andato stretto" scrive paolo franchi. "ma e` ancora piu` probabile che, senza la svolta di togliatti, comunista, o almeno comunista a tempo pieno, non sarebbe diventato mai." a napoli, durante la guerra, le sue prime passioni di giovane antifascista sono il cinema, il teatro, la letteratura, la poesia, la musica, vissute, al liceo umberto e all`universita`, con molti ragazzi che si faranno strada, da raffaele la capria a giuseppe patroni griffi, da rosellina balbi ad antonio ghirelli. ma la a via all`antifascismo e al pci passa anche per la scoperta dell`umanita` dolente del ricovero antiaereo scavato davanti alla casa della sua famiglia, sotto palazzo serra di cassano, dove, per sfuggire a bombardamenti feroci, la povera gente dei "bassi" e del pallonetto santa lucia si mescola con i "signori" dei piani alti. e in quel rifugio che napolitano si scopre per la prima volta in grado di reagire persino agli eventi piu` drammatici con grande autocontrollo e ragionevole fatalismo. e una virtu` innata che pratichera` per tutta la vita. prima nel pci, dove sin dai suoi primi passi in politica avra` per maestro giorgio amendola. poi in europa e nelle istituzioni, da presidente della camera e soprattutto da capo dello stato. |