alla fine del 1933 il diciottenne leigh fermor lascio` l`inghilterra con uno zaino, un vecchio cappotto militare, due libri di poesia, una sterlina alla settimana da ritirare al fermoposta e l`inflessibile proposito di raggiungere a piedi costantinopoli. grazie alla sua curiosita` onnivora e alla precisione visuale della scrittura, quell`impresa, raccontata a distanza di oltre quarant`anni in "tempo di regali" (1977) e "fra i boschi e l`acqua" (1986), e` ormai parte del canone della letteratura di viaggio; ma la narrazione si arresta fra i gorghi delle porte di ferro, e leigh fermor, morto nel giugno 2011 all`eta` di 96 anni, non e` mai riuscito a pubblicare l`ultimo volume della progettata trilogia. l`hanno fatto per lui, fortunatamente, colin thubron e artemis cooper, i suoi esecutori letterari: e leggendo di palazzi aristocratici, nottate all`addiaccio e migrazioni di cicogne, esperimenti con l`hashish, chiese bizantine ed eruzioni di ferocia nazionalista non potremo che riconoscere l`inconfondibile voce di leigh fermor e la sua capacita` di assorbire qualsiasi cosa infondendole profondita` storica - e conservando intatto il debordante entusiasmo dei diciotto anni.
fin dal 1933, quando si e` lanciato in una traversata a piedi dell`europa, patrick fermor e` un`approssimazione all`archetipo del viaggiatore. "mani" e` il nome dell`ultima propaggine del peloponneso, che si distacca dal resto della grecia per la sua storia di terra inaccessibile e per la sua natura di terra aspra e allucinatoria. quasi sempre a piedi, e per anni, ha percorso la regione descrivendone i paesaggi fascinosi, facendone rivivere storie, leggende e personaggi, definendo un modo di viaggiare non solo nello spazio, ma anche nel tempo. che entri in una torre costruita per respingere gli attacchi dei saraceni, che racconti delle icone custodite nei monasteri riesce a trasmettere quello che ha visto e sentito dalla prospettiva del nomade.