
da sempre le attese, i problemi e le tensioni dell`individuo devono fare i conti con le stesse istanze, le necessita` e i limiti imposti dalla convivenza sociale. le difficolta` di questo rapporto si riflettono nello stereotipo negativo per cui individuo e societa`, io e noi sarebbero concetti contrapposti. elias opera invece una sintesi tra i due termini, superando la contrapposizione attraverso l`immagine di una rete. gli esseri umani si modificano nel loro rapporto reciproco: nel loro incessante tessere e ritessere, nel dissolversi e ricostituirsi dei rapporti il singolo cresce, spesso senza accorgersene nemmeno, senza averne alcuna consapevolezza. elias affronta la questione cruciale del vivere civile tornando ancora a insistere sul concetto di "societa`", il nodo centrale del suo pensiero.

usare le posate per mangiare, evitare di sputare nel piatto, soddisfare in privato i bisogni fisici ci sembrano comportamenti del tutto naturali. ma sono davvero tali o sono invece il risultato dell`evoluzione culturale? elias mostra, sulla base di fonti spesso curiose come i galatei, che anche le forme di convivenza piu` ovvie e quotidiane hanno alle spalle un processo di genesi storica. le "buone maniere" cominciano ad affermarsi alla fine del medioevo, con l`avvento della societa` di corte, una sorta di laboratorio dove si perfezionano tecniche di autodisciplina degli impulsi spontanei - per lo piu` smodati e violenti - cui i liberi cavalieri medievali potevano dare incontrollata soddisfazione. si costruiscono cosi` quei codici di comportamento, destinati col tempo a diffondersi in tutta la societa`, che saranno di fondamentale importanza nello sviluppo dell`eta` moderna. ma il "processo di civilizzazione" non e` affatto concluso: forse i posteri troveranno rozze e sorprendenti le nostre abitudini piu` raffinate.

