Giunto ormai al decimo album, Devendra Banhart, celebra in modo personale la Madre. Con ospiti come Cat Le Bon e Vashty Bunyan, Banhart approfondisce il legame che unisce il figlio alla madre, ma anche il tema della maternità. Vinyl limited edition, stampa Usa, vinile 180 grammi
Giunto ormai al decimo album, Devendra Banhart, celebra in modo personale la Madre. Con ospiti come Cat Le Bon e Vashty Bunyan, Banhart approfondisce il legame che unisce il figlio alla madre, ma anche il tema della maternità.
Devendra Banhart è un buon musicista, niente di più. Era stato definito nei modi più altisonanti, almeno nei suoi dischi precedenti ma, a conti fatti, questo nuovo lavoro non fa che confermare che la sua vena, se non inaridita, rimane abbastanza ripetitiva. Mala, il lavoro precedente, era solo discreto, Ape in A Pink Marble è leggermente meglio, ma non più di tanto.
Devendra Banhart è al suo debutto su Nonesuch con Mala. Devendra ha co prodotto il disco con il suo collaboratore di lunga data, il chitarrista Noah Georgeson. Questo è l'ottavo disco ed è stato registrato nella sua casa di Los Angeles. Devendra e Jorgeson suonano gran parte degli strumenti, alcuni moderni, altri vintage. Ed il suono è sospeso nell'etere, come nei dischi precedenti del Banhart, con un che di misterioso per chiudere il cerchio.
What Will We Be ha un'anima solare, gradevole, con esecuzioni che evocano pomeriggi caldi e pigri, passati assieme agli amici. Il disco è dominato da una forte componente melodica e da canzoni suonate da mani esperte. Ma ci sono anche ambiziosi cambi di stile, che vengono messi in luce da ballate evocative come Meet Me At the Lookout Point, l'epica Rats, lo spiritato R&B Baby e la latineggiante Brindo.
Devendra Banhart è il nuovo mentore del folk. Banhart è, a suo modo, un interprete personale ed un innovatore e coniuga uno stile pieno di contaminazioni.C'è anche un brano in portoghese ed una visuale della musica al di fuori da ogni schema. Intrigante.
Nuovo album per l'acclamato folksinger del nuovo millennio.
Esordio del freak-folksinger americano. Considerato uno dei suoi dischi migliori.
A pochi mesi di distanza dall'interessante Rejoicing in The Hands ecco il nuovo album del cantautore.
Considerato il disco migliore di Banhart.