ripercorrere l`intero cammino compiuto da milo de angelis, uno dei pochi veri protagonisti della poesia, non solo italiana, tra novecento e nuovo secolo, e` un`avventura stimolante e capace di aprirci sempre nuovi scenari di emozione, dove l`acutezza del dolore e la presenza del male non si impongono mai, definitivamente, sulla vitalita` potente della parola poetica. la complessita` in costante tensione di questa lirica si rivela nel 1976 con "somiglianze", esordio di un autore giovanissimo, perfettamente padrone, gia` allora, di una lingua poetica esatta e tagliente, capace di esprimere senza enfasi alcuna i vortici di una condizione esistenziale estremamente inquieta. in questo senso, con ferrea coerenza e pur aprendosi a nuove esperienze - la parentesi dialettale, l`osservazione di un mondo urbano incupito, la spinta metafisica - de angelis passa da strutture chiuse e catafratte a improvvise aperture di senso, come in quello che si puo` considerare un classico della sua opera, "tema dell`addio", dove il lutto, il senso profondo e lancinante della perdita e del distacco conducono la lirica in una dimensione drammatica. il viaggio poi prosegue, tra quotidianita` turbata e insinuarsi di venature sinistre, di nuove emergenze del mondo degli affetti e del male, come nel piu` recente "incontri e agguati". questo volume, corredato da un saggio di stefano verdino, e` arricchito da un`autori- flessione del poeta e da un capitolo di inediti giovanili: una incursione alle origini della sua poesia.
rieccoci all`opera di un poeta esemplare, charles baudelaire, la cui assoluta, dirompente originalita` ha trovato in ogni epoca nuove e appassionate adesioni e nuovi traduttori, spesso tra le figure di maggior risalto della poesia del loro tempo. cosi` avviene ora con milo de angelis, che ce ne fornisce una nuova versione d`autore. classico e innovativo al tempo stesso, nei fiori del male baudelaire ha saputo esprimere la sua osservazione sensibile del mondo e dell`esistere nell`eleganza sempre impeccabilmente elevata della pronuncia e dello stile, anche trattando di una realta` umile e bassa, e in questo aprendo la ricerca poetica a una testimonianza della infinita complessita` dell`esistenza. attratto da un carattere ben riconoscibile dei fiori del male, e cioe` la sapiente inscindibile coesistenza di alto e basso, di sublime e orribile, il nuovo poeta-traduttore ha ben colto il formidabile senso, in baudelaire, di una doppiezza che si manifesta nelle varie espressioni del reale, e dunque sia nella cangiante personalita` femminile sia nella visione della citta`, entrambe da lui vissute e cantate con adesione e insieme con sottile sofferenza, al punto da gridare "ti amo, infame capitale". nella costante doppia articolazione del volto del mondo agli occhi del poeta risiede l`identita` stessa della sua poesia, in cui comunque si impongono altri grandi temi: oltre a parigi e alla donna, anche il viaggio, lo spleen, e le infinite corrispondenze che si intrecciano tra le cose facendo delle nostre vite "foreste di simboli". intimamente coinvolto dalla sfida di una vertiginosa voce poetica che nel giro di pochi versi si getta a capofitto dall`azzurro all`inferno, e passa dalla morte alla preghiera, dalla pienezza dei sensi a immagini di decomposizione, dall`opulenza agli stenti, de angelis si attiene strenuamente e con grande efficacia alla lettera dell`originale, e ci regala un baudelaire profondamente suo ma che nello stesso tempo rimane profondamente se stesso nel ve
il poeta ci conduce attraverso la pervasiva tensione delle sue esplorazioni, ci racconta dei fantasmi che affiorano dalla memoria, a volte ingannevolmente dolci ma ben piu` spesso sinistri. fantasmi provenienti da zone remote, a partire dall`
de angelis prosegue nella sua investigazione sul senso arduo dell`esistere, dopo la riflessione lirica sul distacco e sulla morte del libro precedente. l`inquietudine della sua testimonianza, la sottigliezza acuta della sua scrittura, toccano qui il vario senso dell`umana precarieta` e del quotidiano amore e squallore in un`ambientazione milanese.