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depressione, panico, ansia, fatica cronica: si tratta di malattie in diffusione epidemica, o piuttosto dell`epidemia di determinate diagnosi e prescrizioni? di un fenomeno davvero inedito, o di nuovi nomi dati a sofferenze antiche? l`approccio etnopsichiatrico rende oggi finalmente possibile un esame a tutto campo (storico e geografico) della questione. coppo percorre le tappe cruciali della depressione in occidente, dalla figurazione della malinconia nella grecia antica alla costruzione della moderna nosografia, indugiando su momenti e connessioni interessanti, come la casuale scoperta dei primi farmaci antidepressivi e il loro ruolo nella definizione psichiatrica del disturbo.
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![Ragioni_Degli_Altri_Etnopsichiatria_Etnopsicoterapie_le_-Coppo_Piero](cops/big/9788860305893g.jpg?tit=Ragioni_Degli_Altri_Etnopsichiatria_Etnopsicoterapie_le_-Coppo_Piero&r=90)
come si puo` tradurre "psiche" o "psichiatria" in lingue diverse da quelle che in europa hanno fissato regole e confini della scienza? cosa puo` fare di uno psichiatra un etnopsichiatra? innanzitutto, il confronto con altri che altrove lavorano per comprendere e risolvere manifestazioni di sofferenza. perche` questi incontri diano frutti e` pero` necessaria una riflessione sul preteso valore universale delle discipline della psiche, sulla loro presunzione di aderire a una verita` naturale buona per tutti e ovunque. a partire dal percorso dell`autore, il libro parla di incontri e scontri con altri saper-fare e discute alcuni nodi critici della psichiatria e della psicoanalisi. alla fine, apre a una proposta: un nuovo approccio alla sofferenza umana, che faccia da base comune alla molteplicita` di tecniche che i diversi popoli hanno messo a punto.
![Negoziare_Con_Il_Male_Stregoneriae_Controstr_-Coppo_Piero](cops/big/9788833917504g.jpg?tit=Negoziare_Con_Il_Male_Stregoneriae_Controstr_-Coppo_Piero&r=93)
il mali, i dogon. sono tra le principali attrattive di un turismo antropologico su cui fanno grande presa i rituali magici di questo popolo dell`altipiano. l`autore non concede nulla alle tinte del folklore maliano vagheggiato in occidente, ma, in un tono che sa conciliare narrazione senza reticenze e riflessione radicale, racconta sacrifici cruenti, oggetti malefici e protettivi, forze dirompenti e conservatrici, mantenendone il senso che assumono all`interno del sistema di regolazione e mediazione con l`invisibile cui appartengono malattia e cura.