"ritratto dell`artista da morto" e` stato messo in scena dall`autore alla staatsoper unter den linden di berlino, in coproduzione con la musiktheater biennale 2018 di monaco di baviera. un giovane attore riceve la convocazione di un tribunale argentino: l`appartamento di cui sarebbe erede, acquistato da uno sconosciuto parente nel 1978, risulta espropriato a un musicista desaparecido durante la dittatura militare. la lettera e` il punto di partenza per un viaggio prima a buenos aires e poi a cordoba, lungo il quale il protagonista intraprende una ricerca a ritroso nel tempo, tentando di fare luce su un passato che si rivela, al contrario, sempre piu` oscuro, tra un groviglio di varianti onomastiche che non gli consentono mai di capire se i personaggi che insegue, a partire dal proprio parente, siano reali o costruzioni fittizie. seguendo il filo di una serie di misteri, arriva a scoprire che il musicista, al momento della sparizione, stava lavorando sulle partiture incomplete di un compositore ebreo, di cui si erano perse le tracce nel 1941 a berlino. ci addentriamo cosi` in un labirinto di episodi biografici che si intersecano inesorabilmente con i grandi eventi storici del novecento; fatti che hanno aperto, nei paesi vittime delle barbarie fasciste, ferite non ancora rimarginate.
un luogo indefinito dell`europa dove da poco e` terminata una guerra. tre personaggi: un vecchio la cui memoria e` ormai deteriorata, il figlio e una terza figura enigmatica, il cui nome richiama quello del medico emil kraepelin, collega del pu` noto alois alzheimer e studioso dell`omonima malattia. dai secchi dialoghi fra i tre emergono poco a poco i contorni di una vicenda drammatica. nei lacunosi ricordi del vecchio torna a pu` riprese e in varie forme (anche in quella di ricetta) l`immagine di un coniglio. verremo a sapere che questa immagine e` legata a un episodio tragico del passato del vecchio. ma sara` vero? o non si tratta invece di un ricordo che la sua mente ha inventato per sostituirne un altro, ancora piu` doloroso? la linea che distingue cio` che e` stato vissuto, cio` che viene immaginato e cio` che viene detto nelle continue variazioni dei dialoghi e` sottilissima.