Dall’honky-tonk elettroacustico dell’iniziale Cabin In The Woods alle malinconie per voce, chitarra e pianoforte dell’ultima, deliziosa Best We Can Do, passando per il roots-rock dell’arrembante Rich Little Girls e per le atmosfere spagnoleggianti di una No Cowboys da viaggio serale al confine col Messico, l’album di Taylor dimostra di saper essere in contemporanea realista e teatrale, legato al linguaggio verace del country confezionato lontano da Nashville e al tempo stesso capace di offrirne una rappresentazione credibile e convincente, secondo i dettami di una libertà di sguardo che
sa rendere omaggio alle glorie del passato.