a oltre trent`anni di distanza, viene riproposta al pubblico l`esemplare edizione che giovanni previtali ed evelina borea dedicarono alle "vite" di bellori (1672): torna cosi` a essere udibile la voce piu` alta della storiografia artistica dell`europa secentesca. la postfazione di tomaso montanari ricompone la personalita` intellettuale di bellori, proponendo nuove chiavi di lettura della genesi, della struttura e degli scopi dell`opera. attraverso le "vite", bellori voleva dimostrare a un`embrionale opinione pubblica internazionale che la storia delle immagini e degli artisti era parte costitutiva della storia della cultura europea. con bellori la storia dell`arte e la cultura visiva vengono promosse al rango di cultura valida in se`, non piu` bisognosa di legittimazione letteraria. la riforma di annibale carracci e la sua riconsiderazione storico-critica del cinquecento italiano avevano costruito in artisti e intellettuali la coscienza della dignita` e dell`autonomia della cultura figurativa. forte di questa consapevolezza, bellori dimostra una straordinaria aderenza alle opere d`arte e, grazie a un lessico rinnovato e complesso, riesce a dar conto di un nuovo linguaggio e di una nuova epoca stilistica segnando cosi` una tappa fondamentale nel processo che da vasari a lanzi costruisce una storia dell`arte italiana.