un racconto di viaggio puo` essere molte cose diverse: un semplice rapporto, un portolano, un promemoria, un romanzo di formazione, un taccuino di appunti, magari in forma di disegni, una raccolta di incontri con volti e persone, un reportage, la cronaca di una fuga, persino un canzoniere. questo di basho, e` un pellegrinaggio e nel contempo il ritratto piu` preciso e profondo del giappone e del suo spirito, che incontra la lingua italiana nella magia della traduzione di chandra candiani e asuka ozumi. siamo nel 1688, basho e` forse il piu` grande poeta contemporaneo. il percorso narrato, in realta` solo parte di un itinerario piu` lungo, dura circa centocinquanta giorni in un territorio all`epoca quasi selvaggio, comunque pericoloso: ... la scrittura del viaggio, tuttavia, si prolunga per altri cinque anni, durante i quali basho, poeta e maestro di poeti, maestro zen, inquieto e instancabile viandante, ricorda, probabilmente affina e precisa, forse aggiunge, o elimina, un verso, uno haiku, una parola. insomma, modifica la cronaca diaristica fino a farne opera, composta tanto dal viaggio in un territorio concreto, fatto di natura incontaminata non meno che di monumenti lasciati dagli uomini e di sterminate reminiscenze letterarie, quanto dal racconto del viaggio dentro un`anima. lo stretto sentiero del profondo nord - scrive asuka ozumi nella sua prefazione - viene considerato il di basho. . |