Come molti adolescenti formati nelle scuole dei gesuiti, anche il quindicenne Daniello che bussò alla porta del noviziato di Novellara nel 1623 vi fu condotto dal desiderio di una missione tra i pagani, dalla volontà di diventare un apostolo e di trovare magari il premio supremo del sacrificio nelle remote terre d'oltreoceano. Ma anche nel suo caso, come in tanti altri, i superiori decisero altrimenti. E a giudicare dal risultato, l'averlo destinato al compito di scrivere non fu l'ultima delle scelte giuste che fecero." (dall'Introduzione di Adriano Prosperi) |