cinquant`anni fa paolo sylos labini pubblico` il "saggio sulle classi sociali", un libro fondamentale che rivoluziono` l`idea stessa della struttura sociale italiana, mettendo in luce come negli anni del boom economico si fosse formato un vasto ceto medio, non piu` proletario e non ancora borghese. in questo mezzo secolo nessuno e` piu` tornato a indagare cosi` in profondita` la societa` e per molto tempo ci si e` accontentati di dire che "le classi non ci sono piu`". pier giorgio ardeni e` `tornato sul luogo del delitto`, riprendendo il lavoro di analisi laddove lo aveva lasciato sylos labini. il risultato della sua ricerca descrive i cambiamenti intervenuti e come l`italia intera e` ancora attraversata da differenze sociali che permangono forti e nette, che limitano la mobilita` sociale, l`accesso all`istruzione, le possibilita` e le opportunita`. certo, il peso relativo delle classi e` variato e con esso il loro peso `politico` ma, ancora oggi, a differenze nel contesto di origine, nel titolo di studio e nella professione corrispondono disuguaglianze nella distribuzione del reddito. ed e` proprio da questi aspetti che bisogna ripartire per ripensare la crisi della democrazia e della rappresentanza.
trasformare il disagio sociale in consenso politico e` da sempre la cifra di ogni forma di demagogia: solo affrontando i problemi che sono all`origine della disuguaglianza, la nostra democrazia potra` vincere la sfida populista. negli ultimi anni movimenti e partiti populisti hanno registrato, in italia come in europa, un costante aumento di consensi. certo, pesano il risentimento contro le e`lites e le ansie provocate dall`insicurezza, l`immigrazione e la paura della perdita delle tradizionali identita` `culturali`, ma sono le disuguaglianze il vero, potente, motore del loro successo: disparita` economiche, sociali e culturali, sia tra i ceti che tra i territori, che hanno creato una `classe dimenticata`. analizzando il nostro paese da nord a sud e dai centri alle periferie, mettendo insieme risultati elettorali e peculiarita` economiche e demografiche, pier giorgio ardeni arriva a un`evidenza incontestabile: che il successo dei populismi trae linfa da divari di condizione a cui non e` stata data risposta. i poveri contro i piu` ricchi, i ceti `non protetti` contro quelli `garantiti`, le aree interne e periferiche contro quelle urbane. scopriremo che se vogliamo salvaguardare la nostra democrazia non c`e` altra strada che affrontare il problema alla radice: ridurre le disuguaglianze.