la milano di gadda, strehler, testori, la milano di raffaele mattioli che finanzia il censimento del patrimonio artistico della citta`, la milano delle eccellenze internazionali della cultura oggi non esiste piu`. quella milano e` solo un cumulo di rovine: le poche occasioni all`altezza dello splendore del passato si stagliano su un panorama desolante. dalla favola di brera - in attesa da quattro decenni di diventare "grande" - alla disperante parabola di palazzo reale, dal pac al cimac, al casva, fino al museo del novecento, giovanni agosti ripercorre con lucida e veemente passione civile trent`anni di decadenza: luoghi, istituzioni, personaggi e, soprattutto, crimini e misfatti di una cultura milanese che e` lo specchio perfetto della cultura nazionale. "i nomi dei responsabili della situazione in cui ci troviamo io li so: spesso ne stilo gli elenchi, meccanicamente: qualcuno e` morto e qualcuno e` vivo, qualcuno ha agito male consapevolmente e qualcuno no; e c`e` anche chi si e` ravveduto in corso d`opera e ha cambiato cavallo. le ragioni, si vedra`, sono molto varie: la brama di arricchirsi a tutti i costi, la smania di potere, l`assenza di senso di responsabilita` civile, la mancanza di qualita` intrinseche unita alla vanita` o, semplicemente, il desiderio di dare visibilita` scientifica alla propria amante del momento." un pamphlet e una riflessione sui valori morali e culturali che dovrebbero guidare il cambiamento.
nell`arco di dieci anni, 1997-2007, giovanni agosti ha accompagnato il lavoro di giovanni frangi, uno dei maggiori artisti italiani di oggi, nel segno di una comprensione che va ben oltre l`amicizia. lungo il filo dei testi, che rappresentano tappe e punti a capo, si vede scorrere in presa diretta un pezzo di storia dell`italia recente, tra citta` diverse (roma, firenze e soprattutto milano). ci sono molti paesaggi, descritti e dipinti; molti libri; molti film; un po` di musica. mentre si rende visita a parecchi modelli illustri di critica, non solo del nostro paese, si assiste al progressivo mutare della ricerca artistica di frangi e della scrittura che la rappresenta, in una fuga progressiva dalla superficie limitata del quadro in direzione di una piu` complessa rappresentazione approssimativa della realta`. e, al tempo delle giovinezze permanenti, il libro diventa, senza che l`autore e l`artista lo abbiano voluto, testimonianza primaria del difficile passaggio alla mezza eta`. e dunque, e prima di tutto, un buon viatico per il mestiere piu` difficile: l`invecchiare con decenza.