una casa silenziosa e tetra, dove aleggia un sentore di farmaci. una donna ancora giovane, lea, che ormai non lascia piu` la sua stanza e porta appesa al collo la chiave di un cofanetto che custodisce un fascio di scritti. un marito instancabile e muto, che sembra non avere altro scopo nella vita che sacrificarsi per lei. quando sente la morte vicina, lea legge un`ultima volta quegli scritti prima di gettarli nel fuoco - e fino a sera ne aspira il fumo. e attraverso gli occhi vigili e asciutti di tirza, la figlia di lea, che osserviamo questo indecifrabile teatro di ombre. e con lei ci interroghiamo, presagendo il segreto che negli anni ha gettato sulla casa dei mintz la sua tela di ragno: chi e` akavia mazal, l`uomo cui, dopo un anno di lutto, il marito di lea affida l`incarico di redigere l`epitaffio per la lapide? perche` al cimitero, il capo sulla pietra, il marito di lea recita il kaddish stringendo la sua mano? un padre e una madre sono un uomo e una donna, una sola carne, si dice tirza, ma come lei non ci diamo pace - vogliamo sapere. simile alla dolce cantilena del maestro che insegna a tirza il pentateuco e le preghiere, "nel fiore degli anni" ci ammalia dalla prima pagina all`ultima, infondendoci grazia e clemenza. |