perche` scrivere oggi del "diario clinico" di sandor ferenczi? come affrontare questo testo del 1932 che non consegna delle verita` conclusive ma propone l`esercizio dell`interrogarsi, coltiva il dubbio, indica l`autenticita` emotiva come guida per l`analista? dodici analisti si sono cimentati in gruppo con quest`appassionante opera aperta: qui ci forniscono il frutto del loro lavoro, svolto con luis j. martin cabre`, analista che molto ha contribuito al respiro internazionale degli studi psicoanalitici su ferenczi. perche` ferenczi e` stato uno dei principali allievi di freud e uno dei suoi interlocutori piu` dotati, ma e` stato anche un enfant terrible della psicoanalisi, sospetto di eresia per il coraggio delle sue sperimentazioni cliniche e delle sue posizioni teoriche. gli autori sottolineano l`originalita` e la fruibilita` del lavoro di ferenczi rileggendo per noi il "diario" e immettendo cosi` il lettore in un "laboratorio" in cui le comunicazioni tra paziente e analista in seduta sono materiale vivo, a tratti incandescente. tra gli aspetti principali che emergono da questa lettura, risalta la centralita` data da ferenczi alla persona dell`analista e alle sue esperienze emozionali. ne seguono la ridefinizione del controtransfert che diventa fattore di comprensione e fattore terapeutico cruciale, e la rivalutazione del ruolo degli affetti e dei vissuti nel dialogo tra inconsci. infine viene ripresa la teoria del trauma psichico di ferenczi che ne rappresenta forse il lascito piu` fecondo per la cura psicoanalitica, e certamente il piu` conosciuto. insieme ad essa viene riproposta la tecnica terapeutica imperniata sull`ascolto e la condivisione del dolore di chi ha subito un abuso, e sul suo diritto a far valere la sua verita`. creazioni originali che fanno del "diario" un vademecum per l`epoca attuale. |